Non hanno avuto alcun successo le ultime trattative svoltesi
nelle scorse ore per scongiurare l'avvio dello sciopero dei
lavoratori portuali degli scali della East Coast e del Golfo USA. La
United States Maritime Alliance (USMX), l'associazione che
rappresenta le compagnie di navigazione containerizzate i cui
servizi approdano nei porti di queste regioni nonché diversi
operatori che gestiscono container terminal in questi scali
portuali, ha reso noto di aver scambiato con il sindacato
International Longshoremen's Association controproposte volte a
scongiurare lo sciopero: «l'USMX - ha spiegato l'associazione
datoriale - ha aumentato la propria offerta ed ha richiesto anche
un'estensione dell'attuale contratto quadro, ora che entrambe le
parti - ha sostenuto USMX - hanno abbandonato le loro precedenti
posizioni. Confidiamo che ciò possa consentirci una completa
ripresa della contrattazione collettiva sulle altre questioni in
sospeso, nel tentativo di raggiungere un accordo. La nostra offerta
- ha sottolineato l'associazione - aumenterebbe i salari di quasi il
50%, triplicherebbe i contributi dei datori di lavoro ai piani
pensionistici dei dipendenti, potenzierebbe le nostre opzioni
relative all'assistenza sanitaria e manterrebbe l'attuale
formulazione relativamente all'automazione e alla semi-automazione».
La fiducia dell'USMX nella ripresa delle trattative è
stata vana: appena passata la mezzanotte l'International
Longshoremen's Association ha annunciato la chiusura di tutti i
porti sull'Atlantico e sulla costa del Golfo e l'inizio dello
sciopero. L'ILA ha confermato che le trattative si sono protratte
fino alla tarda serata di ieri e ha specificato di aver rigettato
l'ultima offerta presentata ieri dall'USMX affermando che «la
pretesa proposta di aumento salariale dell'USMX è risultata
molto al di sotto delle richieste degli associati dell'ILA per
ratificare un nuovo contratto. Ora - ha sottolineato il presidente
dell'ILA, Harold J. Daggett - l'USMX ha avuto il suo sciopero. Ora,
affinché questo sciopero termini, devono soddisfare le nostre
richieste». Evidenziando che si tratta del primo sciopero di
vasta portata in tutti i porti di queste regioni da quasi 50 anni,
Daggett ha specificato che il sindacato è pronto «a
proseguire lo sciopero per qualsiasi periodo di tempo necessario,
per ottenere i salari e le tutele contro l'automazione che i nostri
associati dell'ILA meritano».
Intanto lo sciopero proclamato dall'ILA ha avuto il pieno
sostegno di Teamsters, la potente associazione sindacale americana
degli autotrasportatori: «l'International Brotherhood of
Teamsters, inclusi i nostri associati del settore del trasporto
merci - ha annunciato il presidente dell'organizzazione, Sean M.
O'Brien - è pienamente solidale con l'International
Longshoremen's Association nella lotta per un contratto equo e
giusto con i vettori marittimi rappresentati dall'USMX. I carrier
marittimi - ha denunciato O'Brien - sono in sciopero contro se
stessi dopo non essere riusciti a negoziare un contratto che
riconoscesse il valore di questi lavoratori. I nostri fratelli e
sorelle dell'ILA svolgono un ruolo essenziale nel mantenere in
funzione l'economia americana e meritano i salari più elevati
del settore e solide tutele per il cruciale lavoro svolto».
O'Brien ha aspramente invitato il governo a non intervenire nella
disputa fra le parti asserendo che «per troppo tempo le
imprese hanno potuto contare su burattini politici che le aiutavano
a spogliare i lavoratori del loro intrinseco valore». Il
presidente di Teamsters ha concluso annunciando che i camionisti non
oltrepasseranno i picchetti istituiti dai lavoratori portuali.