Non si è fatto cenno all'eventuale aumento del valore dei
diritti di transito, ma il tema aleggiava sul tavolo della riunione
che ha visto ieri i dirigenti della Suez Canal Authority, capeggiati
dal presidente Osama Rabie, confrontarsi con il ministro egiziano
delle Finanze, Ahmed Kouchouk, e con altri alti responsabili del
dicastero sulla strategia per incrementare le entrate statali
generate dal traffico navale nel canale di Suez. Si è parlato
invece, da parte dell'Autorità del Canale, delle iniziative
che l'ente ha in corso per diversificare le fonti di introiti
trasformando il canale in una piattaforma regionale di servizi
logistici e in un attrattore di industrie marittime in Egitto.
Una diversificazione delle attività che la Suez Canal
Authority ha in atto da tempo ma che sembra lontana dall'assicurare
all'ente, e quindi allo Stato, entrate sufficienti a colmare la
perdita di introiti generata dal traffico marittimo nel canale che è
causata dalla lunga serie di attacchi alle navi in transito nel Mar
Rosso e nel Golfo di Aden condotti dalla fine dello scorso anno dai
ribelli yemeniti Houthi. Pur non figurando tra le principali
componenti del prodotto interno lordo egiziano, essendo
relativamente all'esercizio fiscale 2022-23 la tredicesima maggiore
fonte diretta di introiti con un apporto pari al 2,4% del totale in
un anno fiscale nel quale il traffico navale nel canale era
aumentato del +18%, il contribuito complessivo del canale di Suez
all'economia egiziana è assai più rilevante e lo è
ancora di più il suo ruolo strategico quale crocevia dei
traffici marittimi tra Est e Ovest.
Rabie ha illustrato le iniziative attuate dalla Suez Canal
Authority per offrire servizi di manutenzione e riparazione navale
all'industria marittima mondiale che gravita sul canale e per
fornire altri servizi marittimi, nonché le più recenti
iniziative per insediare infrastrutture per il turismo nautico nella
regione, evidenziando i risultati finanziari raggiunti in questi
campi e spiegando le modalità per incrementarli
ulteriormente.
Se nell'esercizio fiscale 2023-24, terminato lo scorso giugno,
il traffico navale nel canale di Suez è diminuito del -22%
essendo transitate 20.148 navi, calo che si è interamente
prodotto nella sola seconda metà dell'esercizio, l'impatto
della crisi nel Mar Rosso sul traffico navale nel canale, e quindi
sull'esercizio fiscale in corso, è destinato ad essere assai
più accentuato e la riunione di ieri era volta proprio a
valutare quale sarà l'effetto della crisi sul bilancio
dell'esercizio 2024-25 e sul prossimo esercizio.
Rendendo noti gli esiti della riunione di ieri, i rappresentanti
delle due istituzioni partecipanti all'incontro non hanno fatto
alcun accenno all'ipotesi di un prossimo rincaro dei diritti di
transito, questione che, tuttavia, sembra impossibile che non sia
stata presa in esame nel corso del confronto, dato che tutte le
iniziative in corso per diversificare le fonti di reddito
dell'Autorità del Canale sembrano lungi dal colmare la
perdita di sei miliardi di dollari provocata alle casse dello Stato
dalla crisi nel Mar Rosso annunciata nei giorni scorsi dal ministro
egiziano agli Affari Esteri e dell'Emigrazione, Badr Abdelatty
(
del 4
novembre 2024).