Oggi il Ministero sudcoreano degli Oceani e della Pesca ha
presentato un piano per consolidare il ruolo del porto di Busan
quale hub portuale mondiale, con l'obiettivo di incrementarne anche
la competitività facendone il terzo porto mondiale, che è
incentrato sulla costruzione entro il 2045 della nuova area portuale
di Jinhae con un investimento complessivo di 14.000 miliardi di won
(9,8 miliardi di dollari). Il ministro Kang Do-Hyung ha specificato
che la nuova area portuale sarà analoga a quella di Tuas in
costruzione a Singapore: «creeremo - ha sottolineato -
un'infrastruttura dove potranno attraccare in sicurezza navi da
30.000 teu, superando la classe da 24.000 teu che attualmente è
quella delle navi più grandi al mondo, e creeremo aree di
stoccaggio che saranno 1,5 volte più grandi di quelle
esistenti».
Do-Hyung ha reso noto che per la gestione delle nove banchine
della prima fase del progetto Jinhae New Port verrà
selezionato un unico operatore, fase che avrà una capacità
di traffico annua pari ad oltre sei milioni di teu. Una capacità
- ha evidenziato il ministro - che consentirà di gestire
senza problemi il volume di traffico attualmente più
consistente nel porto di Busan, pari a 6,5 milioni di teu, che è
quello della THE Alliance, il vessel sharing agreement costituito
dalle compagnie HMM, ONE e Yang Ming che attualmente è il
maggiore cliente del porto sudcoreano.
Do-Hyung ha spiegato che se un unico operatore gestisse
interamente il traffico portato da THE Alliance, ciò
consentirebbe di operare le banchine in modo efficiente e di ridurre
al minimo le attività di trasbordo dei container su altri
moli. Attività di trasbordo che, relativamente al
trasferimento dei carichi da una nave ad un'altra, rappresenta però
un core business del porto di Busan, scalo che attualmente movimenta
il 76,8% dell'intero traffico marittimo containerizzato della Corea
del Sud e gestisce il 97% dell'intero traffico di transhipment.
Rendendo noto che attualmente il trasbordo da nave a nave di un
container genera un valore aggiunto di circa 150.000 won (105
dollari), incluse le tasse portuali, le spese di deposito e altri
oneri, il ministro ha rilevato che, tuttavia, attualmente l'attività
di transhipment sta generando alcune difficoltà operative, in
particolare nel trasbordo dei carichi su altri moli portuali e
nell'inefficiente gestione degli ormeggi in quanto le aree portuali
sono gestite da molte imprese terminalistiche. Nel 2023, anno in cui
il porto di Busan ha movimentato un traffico dei container pari
complessivamente ad oltre 22,7 milioni di teu, le operazioni di
trasporto di un contenitori da un molo ad un altro hanno totalizzato
un volume pari a 2,32 milioni di teu e costi logistici aggiuntivi
pari a 55,1 miliardi di won (38 milioni di dollari).
Oltre alle nuove infrastrutture portuali, il piano prevede la
realizzazione di nuove superfici pari a 3,62 milioni di metri quadri
nei pressi del porto di Busan dove si intende attirare grandi
aziende logistiche globali i cui investimenti verrebbero sostenuti
dallo Stato.