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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVII - Numero 5/99 - MAGGIO 1999 |
Trasporto marittimo
I risultati annuali della P&O Nedlloyd
"C'è ancora un bel po' d'oro del filone" secondo
Tim Harris, dirigente capo della P&ON. Questa infatti è
la sua opinione in ordine al residuo raggio d'azione per i miglioramenti
produttivi nell'ambito della linea di navigazione costituita da
un'associazione commerciale, espressa nel corso della conferenza
stampa della Royal Nedlloyd in relazione ai suoi risultati annuali.
Riguardo all'intero 1998, i profitti operativi della P&ON
sono aumentati dell'11% rispetto all'anno precedente, sino ad
81 milioni di dollari USA. In relazione al quarto trimestre del
1998, il risultato operativo lordo (vale a dire senza calcolare
gli interessi, le imposte e le poste non ricorrenti) ha raggiunto
i 55 milioni di dollari, con un aumento del 28% rispetto allo
stesso periodo del 1997.
Per quanto attiene l'intero 1998, l'introito medio per TEU è
calato del 6% circa rispetto all'anno precedente, sino a 1.370
dollari. Tuttavia, le cifre sono diminuite del solo 4% nell'ultimo
trimestre, il che suggerisce una tendenza verso una maggiore stabilità.
Lo scorso anno la P&ON ha trasportato volumi complessivi per
2.488.900 TEU, con un incremento del 7% rispetto al 1997. Il livello
complessivo di utilizzazione della capacità è diminuito
dall'84% del 1997 all'80% dello scorso anno. Harris ha dichiarato
che si tratta di una conseguenza del problema asiatico: "Le
navi dirette in Asia nel 1998 sono state un bel po' meno piene
che nel 1997". Egli ha affermato che nel trimestre conclusivo
dello scorso anno i migliori risultati ed i risparmi sui costi
hanno più che controbilanciato la riduzione delle tariffe,
l'aumento degli interessi ed i problemi connessi alla situazione
asiatica e ha poi aggiunto che si è verificato un miglioramento
dei volumi d'importazione asiatici sin dall'inizio del 1999.
Sostenere la crescita
Secondo Harris, la persistente crescita negli Stati Uniti e nell'Europa
Orientale ha costituito un fattore-chiave per la programmazione
degli aumenti tariffari del trasporto merci nel 1999: "L'occidente
continuerà ad importare dall'Asia come ha fatto lo scorso
anno? Se così fosse, ci aspetteremmo un miglioramento dei
ricavi, nel caso i volumi vi fossero" ha dichiarato. Citando
l'acquisizione della Safmarine da parte della Maersk come solamente
l'ultimo esempio dell'accresciuto consolidamento del settore,
Harris ha ammesso che le economie di scala stanno dimostrando
di essere la chiave per il successo dei vettori. Ha poi affermato
che la costituzione dell'associazione commerciale P&ON ha
sinora comportato un risparmio di 200 dollari per TEU rispetto
ai costi, senza per questo incorrere in una perdita di lavoro.
"Non pretendiamo che questo sia un settore facile"
ha continuato. "Non lo è. Ma la P&O ha dimostrato
di essere una buona consolidatrice. Le linee di navigazione debbono
fare attenzione a cogliere le opportunità di consolidamento.
Noi abbiamo ridotto i costi mediante la riduzione del personale
e siamo in grado di operare più produttivamente di quanto
non si pensasse in origine. Non credo che ci sia un'altra società
che abbia conseguito riduzioni dei costi paragonabili alle nostre
negli ultimi due anni. Noi abbiamo l'obiettivo di riuscire ad
essere la società con le migliori economie di scala. Non
andiamo a caccia della crescita per amor di crescita".
Harris non ha voluto rivelare se la P&ON abbia partecipato
o meno all'asta per la Safmarine, ma si è servito della
decisione della Maersk di acquistarla per rivendicare la strategia
della P&ON: "La Maersk ha pagato ben più di 300
milioni di dollari per la Safmarine. Essa ha scelto di apprezzare
il valore dei traffici nord/sud e ha considerato che il modo migliore
di accedere a quel mercato consisteva nel consolidamento e non
nella crescita organica".
Il consolidamento attinente la P&ON potrebbe - senza dubbio
- essere agevolato dal fatto di possedere un terminal proprio
presso lo ECT di Rotterdam, come accade per la Maersk. Harris
ha spiegato la posizione del vettore in ordine a tale questione:
"Noi vogliamo un trattamento uguale e vogliamo un terminal
nostro". La P&ON ha sporto un reclamo alla Commissione
Europea in relazione alla prossima acquisizione dell'ECT da parte
della Hutchison Port Holdings, affermando che si tratta di un'iniziativa
anticoncorrenziale. Ha detto Harris: "Il possesso del controllo
di Felixtowe, Thamesport ed ECT dà alla Hutchison il 43%
dei volumi movimentati nel Nord Europa. Non penso che siamo i
soli ad avere perplessità in merito".
Sono stati rivelati anche i risultati dell'ECT, che attualmente
è ancora controllato dalla società-madre Royal Nedlloyd.
Il profitto netto del 1998 è stato pari a 43 milioni di
fiorini olandesi (21,5 milioni di dollari) con un incremento del
2% rispetto al 1997. La quota della Nedlloyd al riguardo è
stata di 13 milioni di fiorini. I volumi complessivi movimentati
sono stati di 4,38 milioni di TEU, con un aumento del 10% rispetto
all'anno precedente.
I ritorni sul capitale della P&ON dello scorso anno sono
stati minori del 4% e Harris ha ammesso che si è trattato
di un risultato inadeguato, ma ha altresì ribattuto: "La
nostra prestazione è stata relativamente buona; nessuno,
in questo settore, è riuscito ad ottenere ritorni sul capitale
adeguati".
Commentando i singoli traffici, Harris ha osservato che il traffico
atlantico è quello più problematico dal punto di
vista commerciale, a causa dell'incertezza attuale in ordine al
TACA (Accordo Conferenza Trans-Atlantica): "Sono in corso
trattative tra varie linee di navigazione circa la condivisione
di navi e spazi-containers, ma è ancora troppo prematuro
dire che cosa accadrà" ha dichiarato Harris, il quale
ha peraltro riaffermato l'impegno della P&ON sui traffici
con Montreal.
(da: Container Management, aprile 1999)
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