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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXV - Numero 11/2007 - NOVEMBRE 2007
Porti
Situazione
fluida nei porti containerizzati portoghesi
Sines è uno
dei porti iberici che negli ultimi anni hanno sperimentato un
andamento da montagne russe delle proprie vicende.
Da tempo affermata
quale importante infrastruttura per l’importazione del
carbone, l’autorità portuale ha deciso di diversificare
le proprie attività attraverso la creazione di un terminal
multi-purpose il cui principale obiettivo di traffico sarebbe
costituito dai containers.
Il Terminal XXI,
dalla denominazione ad effetto, era stato costituito al fine di
ottenere una concessione ed è stato acquisito dalla PSA.
I dirigenti
tornati a Singapore avevano senza dubbio ravvisato nel porto un
potenziale hub di trasbordo specialmente per il mercato in crescita
dei traffici di box nord-sud che collegano l’Europa sia con
l’Africa che con il Sudamerica.
Tuttavia, lo
sviluppo di Sines è coinciso altresì con l’importante
spesa finalizzata alla realizzazione di infrastrutture che ha avuto
luogo alle Canarie, laddove la Opcsa, un’associazione
temporanea d’impresa fra investitori locali, la MSC e la
Dragados-SPL, in effetti ha rubato la scena al porto portoghese.
Oggigiorno, il
terminal di Las Palmas movimenta quantitativi davvero massicci di
traffici nord-sud ingenerati in massima parte dai propri azionisti
linee di navigazione.
Il porto nel suo
complesso ne ha tratto incredibili vantaggi, conseguendo una
notevole crescita media rispetto a tutti i porti spagnoli, avendo
fatto registrare un ulteriore incremento del 10% dei traffici nel
2006 fino a raggiungere gli 1,43 milioni di TEU.
La Opcsa sta ora
cercando di incrementare la propria area terminalistica, mentre il
terminal contenitori La Luz, in origine limitato per lo più
ai traffici di importazione ed esportazione, sta raddoppiando la
superficie della propria area.
Esso inoltre ha
ora nuovi proprietari - il gruppo Boulda - il cui astro è in
fase di ascesa grazie all’inaugurazione di un nuovo terminal
contenitori ad Alicante, il cui scopo principale è quello di
dare impulso ai traffici di box con il Nord Africa.
Se così le
cose non fossero già messe abbastanza male per Sines, la
vicina isola di Tenerife, sempre nelle Canarie, sta andando avanti
con la costruzione di un suo proprio porto ad acque profonde a
Granadilla, che sta altresì cercando senza alcuna remora di
trarre vantaggio dalla crescita dei traffici containerizzati
transatlantici.
A rendere ancora
peggiore la situazione, due nuovi progetti per il trasbordo di
contenitori sono in fase avanzata più a nord, nei porti
spagnoli di La Coruña ed El Ferrol.
Questi ultimi sono
situati giusto sulla principale direttrice di traffico marittimo
nord-sud e non richiedono quindi alcuna deviazione.
Occorre sperare,
peraltro, che la crescita dei traffici in questa regione possa alla
fine metterli in condizione di sopravvivere.
Data tale
concorrenza e l’assenza di clientela, sarebbe stato
assolutamente comprensibile che la PSA volesse ridurre le perdite e
sbarazzarsi del Terminal XXI.
Tuttavia, dopo
avere accolto negli ultimi anni diversi dirigenti di alto profilo da
Singapore con pochi evidenti effetti, all’improvviso il
terminal ha ricevuto un importante stimolo con la decisione, da
parte della MSC, di dirottare le proprie operazioni dal Liscont al
Terminal XXI.
Questa iniziativa
è stata assunta in seguito alla temporanea riduzione della
capacità presso il Liscont nel corso di importanti lavori
finalizzati, per ironia della sorte, a dare impulso al potenziale in
termini di risultati mediante il miglioramento della movimentazione
nel piazzale con il passaggio dalle reachstackers alle RTGs.
L’impatto
della MSC su Sines è stato spettacolare.
Nel 2006, i
risultati sono aumentati del 139% sino a 121.956 TEU; come fa notare
il porto, si tratta di un risultato migliore delle più
ottimistiche previsioni.
I traffici di box
nella prima metà dell’anno nel 2007 sono in aumento del
33,3% (in effetti, del 61% relativamente al solo secondo trimestre).
L’atteso
ritorno della MSC al Liscont adesso non sembra possa apportare delle
turbative, sebbene sia destinato ad avvenire in qualsiasi momento
dell’immediato futuro.
Nel contempo, al
Liscont è stato concesso di intraprendere un’importante
espansione della propria area, ora che l’adiacente terminal
crociere sta per essere rilocalizzato nel centro della città.
Nel 2007, Lisbona
nel suo complesso ha fatto registrare un aumento dell’8,2%
nella prima metà dell’anno, con risultati sino a
273.031 TEU; lo stesso Liscont ha visto i suoi traffici crescere del
10%.
Nel nord del
Portogallo, Leixões, che adesso è in grado di ricevere
le navi di dimensioni panamax, grazie ad un notevole programma di
dragaggio, ha festeggiato un picco del 14% dei propri traffici nella
prima metà dell’anno, nel corso della quale ha
movimentato 209.571 TEU.
Un bel po’
di tali traffici sono stati distolti da Vigo, laddove una seria
carenza di capacità sta annientando la crescita.
La Termavi,
operatore titolare dei box, ha fatto tutte le cose giuste.
Oltre a convincere
l’autorità portuale a concederle l’uso delle
adiacenti aree operative sotto-utilizzate, ha altresì
apportato un numero maggiore di movimentazioni nelle banchine e nei
piazzali.
Ciò è
stato sufficiente a riconquistare l’ex cliente Maersk, sebbene
due servizi effettuati da una delle linee di navigazione
appartenenti alla Termavi abbiano dovuto essere spostati nel vicino
porto di Vilagarcia al fine di creare lo spazio necessario.
L’autorità
portuale vorrebbe costruire un secondo terminal contenitori nella
zona di Bouzas allo scopo di realizzarvi capacità aggiuntiva,
ma a questa idea si oppone l’impresa automobilistica
Peugeot-Citroen, la quale afferma di volere tutta questa parte del
porto per accogliere i propri traffici in espansione di veicoli
nuovi. Ci si aspetta che le trattative per risolvere la situazione
di stallo non siano facili. (da:
PortStrategy, ottobre 2007, pag. 37)
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