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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIII - Numero 31 MARZO 2015
TRASPORTO MARITTIMO
LE ALLEANZE FRA LINEE DI NAVIGAZIONE CONTAINERIZZATE
POTREBBERO ESSERE DETERMINANTI PER LA SOPRAVVIVENZA DEI VETTORI
MARITTIMI DI MEDIE DIMENSIONI
Al fine di restare competitive e di avere qualche speranza di
tornare ad ottenere una redditività costante, occorre che le
linee di navigazione containerizzate di medie dimensioni
intraprendano una trasformazione interna profondamente radicata e
formino delle alleanze.
Secondo un rapporto pubblicato la settimana scorsa dalla BCG
(Boston Consulting Group), circa 1 miliardo di risparmi potrebbero
essere condivisi dai soci di ogni "alleanza di medie
dimensioni".
Ciò equivarrebbe al 2,5-3% della base di costo
complessiva delle attuali alleanze, se i vettori unissero le forze
rispetto ad un'intera gamma di fattori di costo.
La BCG ha descritto il settore del trasporto marittimo
containerizzato come "una pericolosa combinazione di
frammentazione ed eccesso di capacità che ha alimentato una
spirale verso il basso che a sua volta ha portato alla diminuzione
dei guadagni".
La ditta di consulenze afferma che questo ha consentito ad
appena due tipi di linee di navigazione di prosperare negli ultimi
anni: i grandissimi vettori a lungo raggio come la Maersk e la CMA
CGM, dotate di economie di scala enormemente competitive e con "una
attenzione estrema ai miglioramenti operativi in risposta alle
tariffe di nolo in persistente diminuzione", e gli specialisti
di nicchia che si sono sviluppati in una specifica regione e che
provvedono ad interessi di carichi particolari, come la Wan Hai.
La maggior parte dei restanti primi 20 vettori sono linee di
navigazione a lungo raggio di medie dimensioni che sono state
intrappolate in un circolo vizioso sin dall'inizio delle recessione,
avendo fatto registrare perdite e distrutto in parte il valore
azionario.
E mentre il sensibile calo dei costi del bunker potrebbe far sì
che molti vettori almeno escano da ambiti che producono perdite,
"questo sarebbe un temporaneo guadagno inatteso di profitti che
si eroderà in fretta e potrebbe indurre nei vettori incauti
un falso senso di redditività sostenibile".
Tuttavia, c'è spazio per l'ottimismo, suggerisce la BCG,
sostenendo che con una trasformazione interna ad ampio raggio tali
vettori potrebbero migliorare i propri margini operativi da cinque e
a sette punti percentuali nel giro di due o tre anni.
In secondo luogo, occorre fare altro lavoro perché
possano essere del tutto realizzati i vantaggi delle alleanze, che
continuano a presentare grandi quantitativi di valore strategico
inutilizzato: i vantaggi potenziali sono calcolabili in altri
due-tre punti percentuali di miglioramento dei margini operativi.
"Un modello di alleanza a valore aggiunto potrebbe
sbloccare un valore di gran lunga più notevole sotto forma di
sinergie dei costi, ottenibile mediante rifornimenti ed operazioni e
parchi-attrezzature congiunti.
Le alleanze integrate possono accrescersi su quei guadagni,
aggiungendo funzioni consolidate di amministrazione e lo sviluppo
congiunto di soluzioni informatiche" afferma la BCG.
"Naturalmente, tali alleanze capillari puntano a generare
vantaggi competitivi e valore sul lungo termine, perché quei
partner troveranno più difficile separarsi da tali accordi
che da forme di alleanza meno strette.
Le nostre indagini presso legali specializzati ed ex commissari
europei e statunitensi suggeriscono come i vettori debbano
affrontare ostacoli giuridici limitati nel realizzare tali modelli
operativi, partendo dal presupposto che le alleanze non oltrepassino
determinate soglie dimensionali o non distorcano la concorrenza.
Molti elementi dei modelli di alleanze a valore aggiunto ed
integrate sono già in atto nell'ambito di alcuni attuali
accordi di alleanza registrati.
Inoltre, alcune normative consentono un'ampia gamma di
opportunità sinergiche per le alleanze, fra cui le operazioni
congiunte, i parchi-attrezzature e gli sviluppi informatici".
Resta da chiedersi quanto sia probabile che tutto ciò
venga percepito dai caricatori e dai legislatori.
La proposta alleanza P3 fra Maersk, MSC e CMA CGM è stata
respinta dal Ministero del Commercio cinese per il motivo che quel
centro operativo congiunto, assai simile a quello suggerito dal
rapporto della BCG, rappresentava una fusione più che una
alleanza.
Il GSF (Forum Globale dei Caricatori) ha affermato che le
alleanze dovrebbero sviluppare una serie di indicatori-chiave di
prestazione allo scopo di monitorare ed infine migliorare
l'affidabilità degli orari.
In occasione della conferenza svoltasi a Danzica in Polonia il
22 marzo, il segretario generale del GSF Chris Welsh ha dichiarato:
"Le alleanze di trasporto marittimo dovrebbero prendersi la
responsabilità di monitorare, misurare e confrontare con gli
standard le loro prestazioni sulle rotte di traffici primarie al
fine di dimostrare il miglioramento delle prestazioni delle
alleanze, nonché rendere la informazioni trasparenti nei
confronti dei regolatori e dei propri clienti a prova del proprio
impegno finalizzato a mostrare i vantaggi a favore della concorrenza
dei migliorati servizi di alleanza".
Welsh ha sostenuto che una tale iniziativa potrebbe spianare la
strada alla smobilitazione del sistema delle conferenze di linea che
ancora prevale in molte ordinamenti marittimi.
"La dirigenze delle linee di navigazione delle alleanze
dovrebbero fare l'ultimo passo per il rafforzamento della fiducia
consistente nell'eliminazione di tutti gli accordi di conferenze e
discussione per far sì che lo scambio di informazioni
sensibili - fra cui quelle sui prezzi - su base regolare nell'ambito
delle alleanze non conduca ad abusi del loro potere di mercato o
finisca per erigere barriere all'ingresso nel mercato.
Anche se riconosciamo che le principali autorità
legislative e sulla concorrenza mondiali hanno differenti approcci
normativi, ci sono alcune cose in comune e convergenze quanto ai
risultati: segnatamente, la prevenzione delle condotte
anti-concorrenziali, facendo sì che non vengano imposti ai
caricatori costi di trasporto marittimo irragionevolmente più
alti mediante scambi di informazioni o la manipolazione della
capacità" afferma Welsh.
Ha poi aggiunto che la condivisione dei dati di monitoraggio fra
gli enti preposti alla concorrenza in Cina, in Europa e negli Stati
Uniti eviterebbe ulteriormente i possibili abusi nell'ambito delle
alleanze.
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