L'AAR (Association of American Railroads), l'associazione delle
ferrovie americane, ha riferito(1) nel 2014 di un record storico per
il numero di consegne trasportate mediante intermodale ferroviario,
l'equivalente del trasporto combinato strada-rotaia in Europa
dall'altro lato dell'Oceano Atlantico.
I 13,5 milioni di consegne spedite rappresentano una cifra di
quasi il 60% maggiore di quanto conseguito dal trasporto combinato
europeo.
Che insegnamento dovrebbe trarne l'Europa?
Anche se la crisi economica ha causato una flessione nel
trasporto intermodale ferroviario negli Stati Uniti, esso poi si è
prontamente ripreso ed è tornato alla sua solida dinamica di
crescita di prima della crisi.
Di conseguenza, il settore ha raggiunto un nuovo record storico
nel 2014 avendo trasportato 13,5 milioni di consegne.
Considerando che le infrastrutture ferroviarie degli Stati Uniti
sono più meno le stesse quanto a lunghezza di quelle
dell'Unione Europea (mentre la sua popolazione è di un terzo
minore, la sua estensione territoriale è due volte maggiore
ed il suo PIL è quasi lo stesso) ci si potrebbe logicamente
domandare: perché l'Unione Europea non è capace di
ottenere le stess prestazioni?
La domanda è specialmente valida poiché ci si sta
preparando per la revisione di medio termine del Libro Bianco dei
Trasporti della Commissione Europea, che prevede un importante
dirottamento modale dall'autotrasporto a lungo raggio verso modalità
maggiormente sostenibili di trasporto(2), al fine di contribuire
sostanzialmente alla riduzione dell'impronta di carbonio del
trasporto nell'Unione Europea.
Le unità di carico intermodali(3) vi si adattano meglio
rispetto all'unità di spedizione preferita da gran parte dei
settori economici, vale a dire il camion a carico completo.
Ed il trasporto combinato offre il metodo industrializzato più
efficiente per il trasbordo fra le varie modalità che
compongono una filiera di trasporto intermodale.
Quindi, occorre domandarsi: perché il trasporto combinato
europeo non è alla pari oggi con la sua controparte
statunitense?
Le riflessioni sull'intermodalità hanno costituito una
importante motivazione fra quelle che hanno indotto l'imponente
serie di investimenti per 575 miliardi di dollari correlati al
trasporto merci ferroviario effettuati dal 1980 al 2014 negli U.S.A.
Questa cifra - pari a più di 40 centesimi per ogni
dollaro di ricavo dal trasporto merci ferroviario - comprende i 28 e
i 29 miliardi di dollari rispettivamente relativi al 2013 ed al 2014
e tutti questi investimenti sono stati pagati con fondi propri delle
ferrovie e non con le risorse dei contribuenti.
Questo accade perché la struttura normativa degli Stati
Uniti realizza uno scenario stabile al fine di rendere il trasporto
merci ferroviario allettante per l'investimento privato di capitali.
Traffici internazionali estesi ed in crescita, caratteristica
questa che è propria anche dell'economia europea, così
come parametri tecnici standardizzati (lunghezza dei treni, carico
assiale, segnalazioni, eccetera) sono le colonne portanti aggiuntive
di questa crescita dinamica.
Si prevede che la quota del trasporto intermodale cresca negli
Stati Uniti poiché è chiaro che il trasporto merci
ferroviario richiede investimenti di capitale di gran lunga più
convenienti di quelli costerebbero per lo sviluppo nelle autostrade
nel caso di uso dei camion.
Ed ancora non abbiamo ancora considerato la minore intensità
della forza lavoro, dell'energia e delle emissioni di carbonio, così
come le superiori prestazioni in termini di incolumità
personale e sicurezza offerte del trasporto merci ferroviario, in
particolare se confrontate con quelle dell'autotrasporto.
Di conseguenza, la CER (Community of European Railway and
Infrastructure Companies), la ERFA (European Rail Freight
Association) e la UIRR (International Union for Road-Rail Combined
Transport) invitano il legislatore europeo ad imparare la lezione
degli americani ed a concentrare i propri sforzi nella realizzazione
di una struttura normativa dell'Unione Europea che:
renda gli investimenti nel trasporto merci ferroviario
allettanti per il capitale privato;
assicuri che la concorrenza fra le varie modalità di
trasporto si basi sui loro meriti tecnici intrinseci, tenendo
presente la loro rispettiva forza in termini di capitale, energia e
forza lavoro;
contribuisca allo sviluppo di un'Europa più vivibile
mediante la progressiva affermazione di un trasporto merci
sostenibile su distanza più lunghe fondato sul principio
intermodale.
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