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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXVI - Numero 31 LUGLIO 2018
PORTI
TRE INIZIATIVE PORTUALI DI RILIEVO NELL'AMBITO DELLA "BELT
AND ROAD" CINESE
La BRI (One Belt One Road Initiative, ovvero l'Iniziativa Un
Passante Una Via) è il maggiore progetto singolo di
riqualificazione infrastrutturale della storia e nessun'altra
impresa sponsorizzata dallo stato sta attualmente provocando più
discussioni, timore od entusiasmo.
Una volta completata, essa dovrebbe comprendere il 55% del PIL
mondiale, il 70% della popolazione mondiale ed il 75% delle riserve
energetiche mondiali, estendendosi dal Mar Cinese Meridionale al
Baltico.
Per quanto riguarda i paralleli storici, non ce n'è una
uguale. Il solo programma paragonabile alla lontana è stato
il Piano Marshall, un progetto finalizzato alla ricostruzione
dell'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, che la BRI rende
risibile.
In termini finanziari odierni, il Piano Marshall era costato 110
miliardi di dollari USA, mentre il prezzo che la Cina pagherà
per collegare le filiere distributive del mondo è di 900
miliardi di dollari USA.
La BRI assicura gli investimenti che sono tanto necessari in
alcune delle aree sottosviluppate del mondo.
Di seguito si tratta di tre porti che determineranno il successo
del progetto.
Singapore
I traffici fra Cina e Singapore rappresentano il 13% del totale
mondiale. In effetti, quasi due terzi degli Investimenti Diretti
all'Estero della Cina vanno a Singapore.
Uno dei maggiori progetti realizzati dai due paesi è il
Corridoio di Trasporto Meridionale, una serie di linee ferroviarie
ad alta velocità che apre diverse regioni cinesi in
precedenza senza sbocchi al mare ad una decina di direttrici
marittime che si collegano direttamente a Singapore.
Nel 2016, la Cina e Singapore hanno fatto registrare 66 miliardi
di dollari USA di traffici, 13% del totale a livello mondiale di
Singapore.
Dal 2013, Singapore ha restituito il favore economico diventando
il maggiore investitore in Cina.
Quest'anno si è assistito ad un flusso di investimenti di
7,23 miliardi di dollari USA alla volta della Cina ed i due paesi
hanno da allora intrapreso una serie di altri progetti
infrastrutturali di rilievo, come la ferrovia ad alta velocità
Kuala Lampur-Singapore.
Tenere Singapore dalla propria parte è importante dal
momento che tre quarti (82%) delle importazioni petrolifere della
Cina passano attraverso quella principale porta d'accesso dei
traffici asiatici che è lo Stretto di Malacca.
Con merci per un valore di 600 miliardi di dollari USA che vi
passano ogni anno, Singapore è già il secondo maggior
porto mondiale dopo Shanghai ed il Tuas Port, lo scalo dalla
capacità di 65 milioni di TEU che sarà completato
entro il 2040, non farà che ribadire la sua importanza per la
Cina e l'intera regione.
Gibuti
Qualcosa come il 20% dei traffici mondiali passa fra lo Yemen ed
il porto di Gibuti.
Gibuti, situato all'estremità del Corno d'Africa, è
una porta d'accesso al Mar Rosso ed è sul percorso
dall'Europa all'Asia.
L'approccio della Cina al Corno d'Africa è stato
inizialmente motivato dalla sua caccia alle risorse naturali per
alimentare il proprio boom economico. Tuttavia, poiché esso è
aumentato lungo la filiera distributiva, la Cina ha visto
l'opportunità di integrare e scaricare le proprie industrie
pesanti in una regione ricca di lavoro a buon mercato.
Qualcosa come il 20% dei traffici mondiali passano ogni anno
attraverso lo Stretto di Bab-el-Mandeb che si trova fra Gibuti e lo
Yemen.
La Cina ha investito in modo ingente nella regione, con qualcosa
come 10 miliardi di dollari USA che sono entrati nel paese sotto
forma di progetti della BRI.
Alcuni dei vicini di Gibuti, come la Somalia, hanno ricevuto
finanziamenti cinesi per la costruzione di infrastrutture
transfrontaliere allo scopo di agevolare i flussi di traffico.
Una significativa porta d'accesso dei traffici per Gibuti è
il suo Doraleh Container Terminal, che vanta collegamenti con la
capitale del paese Addis Abeba via rotaia e con il Bacino
dell'Ogaden ricco di petrolio via condotta.
Tuttavia, in seguito al sequestro da parte del governo di Gibuti
del terminal della DP World a gennaio, Pechino ha costituito e
varato le DIFTZ (Zone Franche Internazionali di Gibuti) nel corso di
questo mese per un costo di 15 miliardi di dollari.
Le DIFTZ collegano al mare la più lunga catena al mondo
di paesi senza sbocco al mare e dà alla Cina un accesso quasi
esclusivo ad un nuovo sito di sviluppo.
Duisburg
I traffici con la Cina hanno aiutato Duisburg a riprendersi dal
proprio crollo post-industriale.
Quale sede del maggiore porto fluviale del mondo, la città
tedesca di Duisburg è una parte estremamente importante del
BRI, che ha investito in questo punto d'appoggio dei traffici
ricostruendo le proprie infrastrutture.
La fiamma industriale di Duisburg arde nuovamente dopo la sua
riaccensione ad opera degli investimenti cinesi, che un tempo
avevano alimentato l'industria dell'acciaio e del carbone della
città prima che essa si volgesse ad altri mercati negli anni
'90 ed ai primi anni 2000.
Con la sua posizione privilegiata al terminale della linea
ferroviaria Chongqing-Xinjaing-Europa, inaugurata nel 2011, Duisburg
riceve ogni settimana sino a 25 convogli merci dai grandi centri
dell'industria elettronica della Cina ed ogni viaggio richiede
appena 13 giorni.
Da Duisburg, i prodotti hanno accesso al Reno ed al Mare del
Nord, un collegamento così importante che almeno 60 ditte
cinesi si sono attestate in città dal primo annuncio del BRI
nel 2013.
Dal momento che i centri manifatturieri europei si sono spostati
negli stati orientali e baltici, Duisburg non soltanto è
divenuta una porta d'accesso per le imprese in cerca di ingresso
nelle direttrici marittime dell'Atlantico, ma ha effettuato una
transizione da città ancora sconvolta dal declino delle
propria antica industria pesante a hub tecnologico.
La sua importanza per la Cina come collegamento commerciale è
stata altresì sottolineata dal Presidente cinese Xi Jinping,
che nel corso del suo giro in Europa nel 2014 l'ha scelta quale
unica visita ad un porto.
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