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CONVEGNO A GENOVA SULLA FORMAZIONE CONTINUA NELLA LOGISTICA INTEGRATA, UNO STRUMENTO PER IL CAMBIAMENTO DEI SISTEMI PORTUALI
11 ottobre 1996
Si è svolto oggi nella nuova sede della facoltà di Economia dell'università di Genova, nell'area della darsena portuale, il convegno nazionale su "Formazione continua nella logistica integrata: uno strumento per il cambiamento dei sistemi portuali", sulla base di una ricerca del Gruppo Metis sullo scenario del trasporto marittimo internazionale e nazionale e su domanda e offerta in campo formativo nel settore dello shipping e della logistica. Il convegno è stato aperto dal prof. Lorenzo Caselli, preside della Facoltà di Economia e Commercio, che ha evidenziato l'effetto dirompente sulla portualità delle tendenze in atto: gli effetti più evidenti saranno la scomparsa delle rendite di posizione e la trasformazione dell'attività portuale in uno dei tanti anelli della catena trasportistica. A fronte di tali prospettive la portualità deve produrre nuove funzioni, nuovi servizi, nuove interdipendenze (e la logistica presenta in questo settore grandi opportunità). Se il mondo portuale si accascia sulla quotidianità, allora scompaiono le prospettive di sviluppo.
L'esigenza di una formazione continua in ambito trasportistico e portuale è stata messa in evidenza nella comunicazione del presidente della Regione, Giancarlo Mori, e nelle relazioni dell'assessore regionale ai Trasporti, Graziano Mazzarello, e dell'assessore alle Politiche attive del Lavoro della Provincia di Savona, Donatella Ramello. Lo scenario della portualità ligure è stato poi l'argomento delle relazioni del segretario dell'Autorità Portuale di Genova, Fabio Capocaccia, e dei presidenti delle Autorità Portuali di Savona e di La Spezia, Giuseppe Sciutto e Giorgio Bucchioni. Capocaccia ha rilevato che negli ultimi tredici anni la quota dei porti italiani nel traffico europeo è scesa dal 35 al 22%, con una risalita di qualche punto negli ultimi tre anni.Ha quindi illustrato con un grafico il calo degli addetti alle operazioni portuali: alcune figure caratteristiche stanno scomparendo, altre nuove irrompono sulla scena portuale.
La situazione contradditoria del panorama ligure - traffici complessivamente in crescita con quota dei traffici marittimi inferiore a quanto ci si può attendere, soprattutto per i container - viene evidenziata nella ricerca del Gruppo Metis. Dall'indagine che ha coinvolto 319 aziende risulta che non tutti gli operatori hanno la chiara percezione dei mutamenti in atto nel settore, rilevando più che altro un aumento dell'instabilità e in misura minore la crescita delle competenze richieste. Di qui scaturisce l'esigenza di avviare processi di formazione continua per accompagnare la crescita delle imprese portuali per superare un panorama frammentario (iniziative troppo disperse, come ha rilevato il prof. Caselli) e renderlo adatto alla competizione internazionale.
E' in questo panorama che s'inserisce il progetto di formazione che coinvolge i porti di Genova, Savona e La Spezia e che si avvale del Fondo Sociale Europeo che prevede un investimento di 5 miliardi di lire per tutti i settori della logistica portuale. L'iniziativa parte dalla Regione Liguria con la collaborazione delle Province di Genova, La Spezia e Savona, della Confindustria Liguria e delle organizzazioni sindacali. Capofila è l'Autorità Portuale di Genova, che si occuperà della progettazione, della ricerca e della comunicazione alle imprese. Il progetto si articola in tre assi formativi rivolti a titolari d'impresa e dirigenti, neo laureati e a personale tecnico di livello intermedio e si avvarrà del contributo dei più importanti istituti di ricerca e formazione a livello nazionale e internazionale che offriranno la loro docenza nelle tre città portuali, attraverso cicli di incontri e seminari.
Il progetto sperimentale è stato illustrato, nel corso del convegno, da Silvio Ferrando (La metodologia), Anna Castellano (L'analisi), Maurizio Bussolo (La proposta) e Giampaolo Godani (Le modalità attuative). E dopo comunicazioni del presidente della commissione per le Politiche regionali dell'Unione Europea, Roberto Speciale (L'Italia, ha detto Speciale, ha diritto ogni anno ad una somma di 15.000 miliardi stanziati dall'Ue per la formazione, ma ne utilizza solo il 13 per cento) e di Luisa Pavan Woolfe del Fondo Sociale Europeo, si è svolto un dibattito presieduto da Giuliano Gallanti, presidente dell'Autorità Portuale di Genova, con interventi di Andrea Costa (presidente Assotop), Attilio Oliva (presidente Confindustria Liguria), Pietro Piciocchi (presidente Unioncamere Liguria), Andrea Ranieri (Cgil) e Mario Margini (assessore all'Industria e alle Politiche attive del Lavoro della Regione Liguria).
A parte qualche sprazzo di buona e attuale pratica del mondo trasportistico venuta alla luce nel dibattito conclusivo, il convegno è stato - e non poteva essere altrimenti - una celebrazione della teoria della formazione continua delle professionalità in ambito portuale. C'è solo un punto fermo costituito dal consistente finanziamento messo a disposizione dal Fse, ma non sarà facile, sul piano organizzativo, far sì che gli attori della scena portuale capiscano l'importanza, attraverso la formazione delle risorse umane, di conoscere e attuare il modo nuovo di vedere, gestire e risolvere i problemi, il modo nuovo di condurre la propria attività in uno contesto molto più ampio di quanto non sia stato fatto fino ad oggi. Il mercato cambia ma finora nel settore della formazione il mondo portuale ha operato in modo spezzettato e senza una visione di sistema. "Non contano solo le tecnologie - ha detto Speciale alludendo alla tragedia della Esso Portovenere - ma occorre anche il loro controllo".
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