L'anno scorso l'Ue ha scoperto 4500 casi di frode ai danni del bilancio europeo, per una somma totale di 1,3 miliardi di ecu, contro 1,1 miliardi di ecu nel 1995. Questo aumento dei fondi così sottratti, rivelato dall'ultimo rapporto annuale sulle frodi pubblicato dalla Commissione europea, non implica necessariamente un aggravamento del fenomeno della frode. Secondo Anna Gradin, commissario incaricato del controllo finanziario e della lotta antifrode, esso prova comunque l'efficacia delle misure adottate dalla Commissione (riunione di tutti gli agenti specializzati nel servizio antifrode - 120 persone - nell'UCLAF, controlli in loco sui casi di frode complessi, predisposizione di un protocollo sulla responsabilità delle persone morali, sul riciclaggio del denaro e sulla cooperazione in materia penale). Essa ha già messo a disposizione degli europei numeri verdi che permettono di segnalare le informazioni sulle frodi di cui siano a conoscenza (in Italia 167-878495).
Comunque nessun settore del bilancio europeo è immune da frodi, né alcuna nazione dell'UE. Per combattere tali frodi più efficacemente la Commissione ha adottato un programma per il 1997-1998 che si impernia su sei campi d'azione. Si tratta in primo luogo di prevenite le frodi rendendo le leggi europee "impermeabili" il più Possibile dagli abusi. E' opportuno poi esercitare la dissuasione per mezzo di misure amministrative. Va migliorata l'individuazione delle frodi, rafforzando la cooperazione tra la Commissione e i Quindici. Sarà controllato e facilitato dalla Commissione il recupero dei fondi sottratti, che lascia ora a desiderare. E' prevista l'istituzione di uno spazio giudiziario Europeo. Infine la Commissione intende preparare alla lotta antifrode le nazioni dell'Europa centrale e orientale che si apprestano ad entrare nell'Unione Europea.
Il regime doganale di transito costituisce per i truffatori un terreno di elezione: più di un miliardo di ecu frodato nel corso degli ultimi sette anni. Per ristabilire l'affidabilità del regime che permette il passaggio delle merci attraverso uno o più nazioni UE con poche formalità, la Commissione europea ha adottato un piano d'azione che prevede un insieme di misure riformatrici. Al centro del sistema è stata posta l'informatizzazione completa del transito: dovrebbe essere istituita negli anni 1998-2000. Obiettivo: permettere ai doganieri di 23 nazioni di seguire in tempo reale i movimenti di tutte le merci in transito. Il sistema riformato coinvolgerebbe non soltanto i Quindici dell'UE, ma anche Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Il piano comporta inoltre la creazione di un organo europea d'inchiesta e un miglioramento della formazione dei doganieri e dell'informazione offerta alle imprese. |
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