Il porto di Hong Kong ha svolto l'anno scorso un traffico container di 13,5 milioni di teu, , di cui 8 milioni manipolati nei terminal di Kwai Chung, ma in futuro il porto potrebbe aver bisogno di altri container terminal, specialmente se l'economia della zona - nonostante il passaggio della sovranità dalla Gran Bretagna alla Cina Popolare - continuerà a crescere dell'8,5% l'anno. Secondo un documento sulle previsioni dell'attività portuale elaborato dal Port Development Board, nel 2006 il traffico totalizzerà 31 milioni di teu e nel 2016 arriverà a 40 milioni di teu. Sono già stati preparati i progetti per realizzare i container terminal CT10. CT11, CT12 e CT13 nell'isola di Lantau, dove sorge il nuovo grande aeroporto. Richard Yuen, segretario per i Servizi economici, ha detto che il primo terminal, il CT10, potrebbe rendersi necessario all'inizio del nuovo millennio, sùbito dopo la realizzazione del CT9, la cui costruzione verrà iniziata nell'isola di Tsing Yi nei primi mesi del 1998, che entrerà in esercizio nel maggio del 1999 ma che sarà pienamente operativo solo nel 2002, quando svolgerà un traffico annuale di 2,6 milioni di teu. Questo container terminal sarà gestito congiuntamente dalla Hutchison International Terminals (HIT), dalla Modern Terminals Ltd (MTL) e dalla Asia Container Terminals (ACT). Quest'ultimo operatore tuttavia ha già concluso un accordo con la MTL per uno scambio della sua area nel terminal CT9 con due aree nel terminal CT8. Il CT9 sarà dunque completato a cavallo del 2000, e molti già prevedono prima di quella data un congestionamento del traffico, nonostante un forte aumento della produttività delle operazioni di terminal. Infatti nel 1992 la capacità teorica totale degli otto terminal era di 7,2 milioni di teu l'anno; oggi, grazie anche a ingenti investimenti effettuati dai gestori (impiego di gru a cavaliere gommate e maggior utilizzo dei sistemi informatici nei terminal 1,2 e 5 e un investimento di un miliardo e mezzo di dollari di Hong Kong da parte della HIT nel programma "Productivity Plus" per lo stoccaggio dei container), la capacità è di 10,43 milioni di teu l'anno.
Secondo il vice presidente dell'ufficio della COSCO di Hong Kong, Zhang Dachun, lo status dell'ex colonia britannica non cambierà con l'amministrazione cinese, e questo consentirà al traffico portuale di crescere senza limiti. Hong Kong, ha detto, continuerà ad attrarre capitali stranieri perché il porto sorge in una posizione favorevole unica nel sud est asiatico, ha solide infrastrutture e un'alta efficienza. Questa caratteristiche del resto vengono anche sottolineate nell'ultimo rapporto della Bernama-Xinhua.
Secondo informazioni dell'Hong Kong Shipper's Council su dati della conferenza Far Eastern Freight Conference (FEFC), l'evoluzione delle terminal handling charges (THC) nel porto di Hong Kong dal 1990 ad oggi è stata la seguente, in dollari di Hong Kong (1 dollaro di Hong Kong =221,392 lire italiane al cambio indicativo dell'11 luglio scorso):
data | prezzo per 1 teu
| prezzo per 1 feu |
01.01.90 | 849 | 1226 |
01.10.90 | 942 | 1331 |
01.05.91 | 1030 | 1450 |
01.01.92 | 1140 | 1605 |
01.03.93 | 1250 | 1760 |
01.03.94 | 1363 | 1918 |
01.01.95 | 1486 | 2091 |
15.11.95 | 1686 | 2491 |
15.02.97 | 2065 | 2750 |
Sempre secondo la stessa fonte, il raffronto delle THC con altri porti, su dati della FEFC e della organizzazione IADA, è attualmente la seguente (in dollari di Hong Kong):
porti | FEFC |
IADA |
Hong Kong | 2065 | 1500 |
Taiwan | 1213 | 1213 |
Singapore | 875 | 983 |
Corea del Sud | 766 | 609 |
I caricatori di Hong Kong hanno protestato per la prima volta per l'aumento delle THC deciso all'inizio di quest'anno e valido da metà febbraio. E non hanno tutti i torti: rispetto alle tariffe del novembre 1995 l'aumento è stato del 22,48% (del 220% rispetto al 1990). Hong Kong sta perdendo competitività rispetto ad altri porti: nei confronti di quello di Shenzhen ad esempio, rispetto al quale ha abdicato alla sua posizione monopolistica, o dei porti del delta della Riviera delle Perle (Yantian, Shekou, Chiwan) il cui traffico cresce più rapidamente. Per non parlare di Singapore, che probabilmente già quest'anno realizzerà un traffico che lo porterà alla vetta della classifica mondiale, posizione dalla quale è stato spodestato da Hong Kong nell'ultimo quinquennio.
E poi, nonostante i pareri di molti e autorevoli economisti, rimane da vedere l'impatto che il passaggio dalla corona britannica alla Cina Popolare determinerà nelle posizioni degli ambienti mercantili della città, capaci di orientare positivamente o negativamente il traffico, e quale sarà la reale posizione di Pechino, che a parole afferma di non voler influenzare la politica commerciale dell'ex città-Stato, ma intanto potenzia massicciamente gli altri porti e mira a inserirsi in una posizione di rilievo nello shipping asiatico.
Bruno Bellio
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