Secondo Mario Sommariva, segretario nazionale della FILT/CGIL, il Comitato nazionale di coordinamento degli utenti e degli operatori portuali si muove secondo linee "prive di progettualità e di capacità di espansione" e pertanto "l'idea dello 'scambio di manodopera' quale risposta di retroguardia al tema cruciale della flessibilità, nasce così nell'ambito di una imprenditoria 'modesta', priva di capacità finanziarie e di imprenditorialità".
La dura presa di posizione è stata espressa in un articolo pubblicato dal mensile "Portonuovo" ed ha provocato l'altrettanto decisa risposta di Ferrero Cafaro, presidente del Comitato messo sotto accusa, che trova "contraddittorio esaltare in tutte le occasioni il rilancio delle attività portuali come esempio emblematico della ripresa dell'economia italiana ed affermare poi che tale ripresa è dovuta ad una imprenditoria 'modesta, priva di capacità finanziaria e tesa a proteggere le proprie nicchie operative'".
Nell'articolo Sommariva ha scritto della profonda crisi di identità in cui si trovano gli operatori portuali, dagli agenti marittimi agli autotrasportatori, e ha citato l'accusa di invasione di campo rivolta dagli spedizionieri ai terminalisti come esempio della debolezza dei soggetti che fanno capo all'utenza portuale. Una debolezza che, ha aggiunto Sommariva, "si scarica così sulle ex compagnie, che nella gran parte dei porti sono in realtà le sole imprese in condizione di erogare servizi". E, a conferma di questo, avviene che "quando l'utente è un armatore, che agisce con proprie navi e magari ottiene la concessione di un'area per operare, pur nel gioco degli interessi diversi, l'accordo con le compagnie-imprese ed il modus vivendi viene sempre trovato". Per il segretario nazionale infatti "chi rischia del suo, mette una nave, dei traffici, degli uomini e mezzi, sa riconoscere più facilmente l'efficienza di un servizio".
Tesi che Cafaro liquida come "il frutto di approccio culturale che stenta a morire e che pur dichiarandosi a favore di un libero mercato continua a riproporre soluzioni monopolistiche, sia pure in scala ridotta, per le ex compagnie portuali". Il presidente degli utenti portuali ribadisce invece la necessità "di abbracciare in via definitiva e coerente le leggi di un mercato globale ove il rispetto del principio della libera concorrenza non è visto come una eresia, ma come una necessità assoluta quasi oserei dire assiomatica".
Un duello che conferma, se ce ne fosse bisogno, come la situazione sulla presunta reintroduzione del monopolio del lavoro nei porti apportata dall'articolo 17 della legge 89/94 sia ferma da mesi sulle posizioni espresse dal ministro dei Trasporti e della Navigazione Burlando, che nega questa interpretazione in una lettera all'Autorità Garante e al commissario europeo Kinnock (inforMARE dell'8 febbraio), e dal parere diametralmente opposto dello stesso Ferrero Cafaro in una lettera all'Antitrust e alla Commissione Europea (inforMARE del 13 febbraio). |
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