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I LAVORATORI PORTUALI DI SANTOS MINACCIANO UN ALTRO SCIOPERO
La CODESP vorrebbe trasferire 2300 portuali a contratto di lavoro fisso alla OGMO, una specie di agenzia di collocamento che effettua la chiamata e compensa i portuali a giornata
1 settembre 1997
I lavoratori portuali di Santos, il maggior porto sudamericano, minacciano un altro dirompente sciopero a partire da martedì 9 settembre, a meno di un mese dall'altra lunga interruzione dal lavoro che ha precipitato nel caos il porto brasiliano, che tra l'altro è anche il porto più costoso del mondo proprio per le alte paghe e la scarsa produttività dei lavoratori di banchina (inforMARE del 6, 14 e 19 aprile e del 1 e 20 agosto).
I sindacati dei portuali hanno minacciato di chiamare i lavoratori allo sciopero quando l'autorità portuale, nell'intento di tagliare gli eccessivi costi, ha deciso di passare dal 1° settembre 2290 lavoratori a contratto fisso (e successivamente altri 2800) alle dipendenze dell'agenzia federale OGMO, che invia i lavoratori in banchina giorno per giorno e li compensa appunto a giornata. Lo stesso trattamento verrà riservato a 1300 portuali di Rio. L'OMGO chiama già al lavoro circa 7000 persone ogni giorno nel porto di Santos.
La CODESP, che è l'autorità portuale dello Stato di Sao Paulo, ha deciso di tagliare le tariffe portuali del 34 per cento dallo scorso settembre e di ridurle ulteriormente del 7% ogni sei mesi. Una riduzione che chiaramente deriva quasi per intero, come la stessa autorità ha ammesso, dal taglio delle paghe dei portuali.
Il clima è arroventato. Donizete Moura, segretario del sindacato dei portuali, ha detto che l'autorità sta violando la legge poiché la OMGO non pratica contratti di lavoro fisso. "Noi - ha aggiunto - crediamo nella necessità di ammodernare le operazioni di banchina e sappiamo bene che alla fine saranno i lavoratori a pagarle. Non vorremmo scioperare ma l'astensione dal lavoro è l'ultima arma di difesa che ci è rimasta".
La CODESP il 17 settembre metterà all'asta la concessione venticinquennale del container terminal Decon, ma non crede che il minacciato sciopero abbia qualche attinenza con questa decisione. La CODESP ha programmato il trasferimento alla mano privata del 70 per cento delle operazioni commerciali portuali (il traffico nel porto di Santos l'anno scorso è stato di 36 milioni di tonnellate che comprendono un terzo del commercio estero brasiliano). Finora ha firmato 15 contratti con aziende private e ne sta trattando altri 37, che coprono circa la metà del traffico portuale.
C'è un altro porto in Brasile che sta destando un certo interesse tra gli investitori privati. E' quello di Paranagua il cui vertice ha programmato la privatizzazione del terminal per i container e di quello per il traffico di auto nuove di fabbrica. Tra gli interessati vi sono aziende come Crowley, Cargill, Maersk, Murchison, Wilson Sons insieme con le società brasiliane Libra, Lachman, Cotia, Coimex. Tuttavia vi è un ostacolo alla privatizzazione del porto: i potenziali gestori delle banchine infatti temono che la privatizzazione del porto di Santos vada a buon fine e sanno bene che con Santos efficiente ben poche speranze di potenziamento e di sviluppo dei traffici rimarrebbero a Paranagua. Tuttavia vi sono buone speranze almeno per il terminal auto. Infatti case automobilistiche importanti come Volkswagen, Chrysler, Renault e Audi stanno realizzando i loro impianti nelle vicinanze del porto facendo prevedere un flusso importante e costante di auto via mare.
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