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Si è allentato a Genova il rapporto tra impresa, soprattutto portuale, e finanza
Sebastiano Gattorno, in un incontro al Rotary, ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra le aziende genovesi e il sistema creditizio locale
31 marzo 1998
"Il rilancio di Genova sta passando soprattutto attraverso il porto, mentre si è molto allentato - fino quasi a scomparire, il rapporto stretto e continuo con gli istituti finanziari nazionali e, più in particolare, locali". Il presidente del gruppo Serra-SGF Sebastiano Gattorno, in un incontro svoltosi oggi al Rotary Club di Genova dal titolo "Finanza Globale ed impresa genovese" , ha parlato dello scollamento che separa le aziende cittadine, in particolare quelle portuali, dal sistema creditizio locale.
"E' questa una carenza gravissima - ha detto Gattorno - perché, senza nulla togliere all'importanza dei flussi fisici, le possibilità di investimento attivabili, direttamente dalle imprese attraverso joint venture ovvero partecipando con le proprie tecnologie alla realizzazione di progetti infrastrutturali finanziabili con modelli di project financing, sono di importanza fondamentale. E' in queste aree di business che le banche dovrebbero affiancare le imprese, coadiuvandole nell'individuazione e nella raccolta delle risorse sui mercati dei capitali ed assumendo un ruolo di leadership attiva nella progettazione ed organizzazione finanziaria di sistemi produttivi allargati".
Attività commerciale e finanziaria hanno caratterizzato insieme secoli di storia genovese: ora il rapporto ha perso consistenza. Gattorno ha ricordato la progressiva delocalizzazione dei capitali sulle Borse estere che ha portato a Genova "una crescente provincializzazione del proprio sistema finanziario, mancando una merchant bank genovese capace di accompagnare le imprese locali (tradizionalmente PMI) nei circuiti del business internazionale".
Una situazione che - ha continuato - è retaggio della "storica dipendenza dell'economia genovese da schemi industriali di matrice pubblica, nei quali le scelte di gestione politica dell'impresa sono state prioritarie rispetto alle logiche di gestione strettamente imprenditoriale, ed hanno viziato -omogeneizzandolo - tutto l'indotto ed il sistema circostante, banche incluse". La crisi che sta attraversando il modello economico pubblico ha coinvolto il rapporto tra aziende e sistema creditizio nazionale e locale, tanto che "le nostre imprese oggi sono in grado di risolvere le proprie necessità di approvvigionamento finanziario grazie alle banche estere".
Gattorno ha però affermato la volontà degli imprenditori genovesi di lavorare con banche locali, "vicine non solo per cultura e mentalità ma soprattutto perché prossime ai vincoli ed alle opportunità che le nostre realtà affrontano e devono risolvere". Per recuperare questo rapporto e per favorire il passaggio da un sistema creditizio tradizionale ad uno nuovo ci si potrebbe rifare - ha aggiunto - al modello di 'family bank', un sistema che le banche dovrebbero "adottare riorganizzando il proprio modo tradizionale di fare business a vantaggio di modelli più flessibili ed orientati ai mercati, capaci di affiancare le imprese nelle diverse fasi di sviluppo e di intervenire nella realizzazione di progetti ponendosi come garanti dell'iniziativa imprenditoriale".
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