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Gwadar, terzo porto commerciale pakistano
Ne è stata suggerita la costruzione da una commissione governativa
8 maggio 1998
Una commissione del governo pakistano ha proposto la costruzione di un nuovo porto a Gwadar, sito favorito dalla profondità dei fondali, che dovrebbe diventare il terzo scalo nazionale dopo Karachi e Port Qasim.
A Gwadar dovrebbero operare cisterne da 200.000 tonnellate di portata lorda, navi per carico secco da 100.000 tonnellate di portata lorda e navi portacontainer postpanamax della quarta generazione.
Il piano prevede innanzitutto la realizzazione di tre banchine multipurpose, quindi di un container terminal, su una superficie complessiva stimata in 140 ettari. Il traffico dovrebbe raggiungere 15,6 milioni di tonnellate di merci l'anno, compresi 173.000 teu.
La realizzazione del porto, del costo di 23 milioni di dollari (di cui 11 finanziati dalla compagnia petrolifera statale), potrebbe favorire secondo alcuni osservatori la cessazione dalla sterile concorrenza tra i due maggiori porti container del Paese, contesa per la sottrazione reciproca dei traffici che non ha portato alcun beneficio. Secondo altri invece il rischio è di frammentare eccessivamente le esigue risorse destinate al settore portuale, non consentendo un adeguato potenziamento delle attrezzature dei porti di Karachi e di Qasim.
Osservatori che sono comunque concordi nel ritenere indispensabile un sviluppo delle strutture portuali, necessario per gestire la crescita dei traffici registrata negli ultimi anni: dal 1971 al 1997 il volume dei traffici marittimi nei porti pakistani è più che triplicato, passando da 9,5 a 31 milioni di tonnellate. Le previsioni indicano inoltre il raggiungimento di 35 milioni di tonnellate nel 2000.
Ma non sono solo le strutture portuali inadeguate a pesare sul futuro del comparto marittimo del Paese asiatico: nel periodo 1971 - 1997 c'è stato anche un drastico calo del numero di navi commerciali pakistane, unità che attualmente coprono solo il 7 per cento del traffico marittimo nazionale. In questo arco di tempo si è passati infatti da 57 a 17 navi e la flotta della compagnia statale Pakistan National Shipping Corporation (PNSC), composta da unità di età media di 15-20 anni, è passata da 635.937 a 290.356 tonnellate di portata lorda complessiva. Una crisi che riguarda anche l'armamento privato: la Tristar Shipping ha problemi di liquidità ed ha chiesto il sostegno dello Stato.
Tra le misure approntate dal governo di Islamabad per contrastare la crisi del settore armatoriale c'è il finanziamento del 30 per cento della costruzione di navi commissionate da armatori locali ai cantieri pakistani, unità che non dovranno essere vendute ad acquirenti stranieri prima di 10 anni.
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