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Gli agenti marittimi genovesi sollecitano Roma e Bruxelles a dare priorità allo sviluppo del cabotaggio
Il presidente di Assoagenti, Antonio Cosulich, valuta positivamente le linee strategiche scelte dall'Autorità Portuale di Genova, ma critica lo svuotamento del ruolo del Comitato Portuale
24 maggio 1999
L'assemblea annuale dell'Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi Agenti Aerei - Genova, che si svolge questa sera al World Trade Center di Genova, precede di una ventina di giorni il convegno della federazione nazionale, la Federagenti.
Nella sua relazione odierna, che riportiamo integralmente nella rubrica 'Forum dello Shipping e della Logistica', il presidente di Assoagenti - Antonio Cosulich - traccia in sintesi gli annosi problemi che secondo gli agenti rallentano lo sviluppo del porto: la ridotta utilizzazione dell'aeroporto genovese rispetto alle sue potenzialità, la carenza di offerta di trasporto ferroviario - soprattutto nel segmento merci -, la saturazione delle arterie autostradali che necessitano di un by-pass a monte che raccordi le direttrici delle due riviere e quella per la pianura padana. Per quanto riguarda i servizi alle aziende, Cosulich rileva che le società genovesi sono ancora 'Milano dipendenti' e che il livello dei servizi nel campo delle telecomunicazioni, dell'informatica, delle banche e delle strutture scolastiche per stranieri è insufficiente. Il presidente manifesta anche sconcerto e amarezza per l'esclusione dell'associazione degli agenti dal nuovo consiglio della Camera di Commercio di Genova.
Parlando della vita del porto genovese, Cosulich valuta positivamente le scelte operate nella stesura del piano regolatore portuale redatto dall'authority dello scalo: un lavoro "che, anche se non completamente condivisibile, nel complesso giudichiamo valido".
L'associazione degli agenti genovesi - prosegue Cosulich - è inoltre a fianco dell'ente portuale nella lotta volta a ottenere che "una parte più cospicua dei soldi generati dal porto restino nel porto e siano impiegati dall'Autorità Portuale per la manutenzione ordinaria (fondali, banchine, piazzali ecc.), le necessarie migliorie e gli investimenti per mantenere ed aumentare il livello di efficienza".
Cosulich riconosce che Palazzo San Giorgio "ha lavorato piuttosto bene anche nel campo della promozione e dell'immagine, come pure nel cercare alleanze con Marsiglia e Barcellona per poter difendere meglio la propria posizione a Bruxelles. L'immagine del porto di Genova sulla scena marittima internazionale è sicuramente molto migliorata".
Il presidente di Assoagenti - rispondendo a un anno di distanza alle rimostranze del presidente dell'authority, Giuliano Gallanti, accusato con il suo staff di agire con metodi borbonici - dissente però sul modo di gestire il Comitato Portuale, che dovrebbe funzionare come il consiglio di amministrazione di una società, "nel quale i consiglieri sono chiamati a dare un reale contributo alla gestione e non già, come avviene ora, a sottoscrivere decisioni già confezionate e delle quali hanno tardiva e talvolta scarsa informazione".
Sul tema del lavoro portuale, Cosulich ha rilevato la totale mancanza di decisioni in merito: "è cambiato il ministro, ma la musica è la stessa. L'ultima proposta di modifica del governo continua stancamente il suo iter in commissione senza previsioni di una qualsiasi conclusione. E, nel frattempo, con questa scusa, la legge non viene osservata né dall'Autorità Portuale (che dovrebbe esserne la garante), né dalla Compagnia Portuale, la quale anzi, rimpinguata nell'organico, baldanzosa, lancia progetti che chiaramente la impongono come unico soggetto nel porto per tutte le funzioni, sia di fornitrice di sola mano d'opera, sia di impresa di servizi per i terminalisti. Un monopolio quindi globale e assoluto, condito con ulteriori erogazioni di salario garantito e, in un futuro, 'perché no?' anche con nuovi ripianamenti di perdite di bilancio e con il rischio che vengano approvati ulteriori prepensionamenti".
Cosulich manifesta invece soddisfazione per lo snellimento e la chiarificazione di procedure che ostacolavano l'attività degli agenti e degli operatori marittimi in genere, plaudendo l'azione intrapresa e quasi condotta a termine per eliminare la distorsione sulla sovrattassa di ancoraggio e l'adozione della procedura fax per le merci pericolose.
Concludendo il suo intervento Cosulich ribadisce l'appello che gli agenti, e la stragrande maggioranza degli operatori marittimi italiani ed europei, rivolgono in maniera sempre più pressante alle istituzioni governative di Roma e Bruxelles: "non si capisce - dice il presidente - perché il governo italiano e la comunità europea in generale, invece di spendere cifre enormi per adeguare le strutture stradali e ferroviarie con tempi molto lunghi, non finanziano il cabotaggio europeo, studiando una riduzione sostanziale dei costi portuali per le navi adibite a questo tipo di traffici, eventualmente sovvenzionandoli con una spesa che, se confrontata con quella necessaria per gli investimenti strutturali terrestri, risulta modestissima e con il vantaggio di alleggerire, da subito, il sovraffollamento di strade e di ferrovie".
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