Undici marittimi rumeni sulle navi "Frunzanesti" e "Aiud" ormeggiate sotto sequestro a Porto Marghera e a Venezia-Marittima sono senza salario da un anno, abbandonati dalla compagnia armatrice e dalle autorità del loro paese. Ne avevamo già scritto alla fine dello scorso anno (inforMARE del 17 novembre e 1° dicembre 1998).
Non è la prima volta che i marittimi diventano in pratica ostaggio di insoddisfatti creditori di compagnie armatrici, vengono lasciati a bordo in un porto straniero senza denari e senza mezzi di sussistenza. Spesso sono aiutati in qualche modo dalle organizzazioni religiose e dai sindacati, ma non basta. La disperazione che si fa strada è la palese dimostrazione che nel mondo del lavoro vi sono ancora situazioni incredibili in cui nulla è tutelato, neppure il desiderio di tornare a casa.
Questo accade cinquant'anni dopo la proclamazione dei diritti umani e alle soglie del terzo millennio, come ci scrivono gli undici marittimi rumeni, di cui pubblichiamo la lettera.
Siamo i componenti degli attuali equipaggi delle navi "Frunzanesti" e "Aiud" che già da due anni sono ormeggiate, rispettivamente, a Porto-Marghera (canale industriale ovest) e a Venezia-Marittima. Informiamo la popolazione che in questi giorni si è compiuto per noi esattamente un anno da quando abbiamo lasciato le nostre famiglie e viviamo a bordo, senza sapere ancora quale sarà la nostra sorte. Avevamo accettato di dare il cambio all'equipaggio precedente sulla base di un contratto di imbarco di 6 mesi, e di una formale promessa che nell'arco di breve tempo la Compagnia "Navrom" avrebbe risolto i problemi con il Tribunale del Lavoro di Venezia e noi saremmo potuti ritornare in Romania con le navi. A riprova ci fu anche dato in anticipo un mese di salario. E fu anche l'ultimo. In un'altalena estenuante tra promesse e smentite ci troviamo ancora qui. Senza salario quindi da un anno, abitando delle navi sempre più invase dalle ruggine, dai topi e dagli scarafaggi. Impotenti di fronte a interessi economici e politici che si stanno giocando sulla nostra pelle. Ciascuno di noi ha una professionalità, anni di navigazione alle spalle, una famiglia
Non pensavamo di meritare questo. Soprattutto non pensavamo che questo potesse ancora succedere ai giorni nostri, cinquant'anni dopo la proclamazione dei diritti umani e alle soglie del terzo millennio. Siamo abituati, come tutti i lavoratori di questo mondo, a sopperire ai nostri bisogni con il lavoro, e così, per non essere di peso a nessuno e per la nostra stessa dignità, vorremmo fare anche qui da voi per il tempo necessario a sbloccare la situazione. Ma i permessi ancora non arrivano
Non sempre è facile resistere alla disperazione. Se finora ci siamo riusciti, è anche grazie alla solidarietà di molti di voi. Ma cosa possiamo fare per non essere solo dalla parte di chi riceve? Forse molti di voi non conoscono una nave mercantile. Nel qual caso sarebbe per noi un piacere regalarvi una visita guidata alle nostre navi e rispondere alle vostre domande sulla vita della gente di mare. E se qualcuno ha altre proposte, ben volentieri le valuteremo. Nella speranza, comunque, di passare il prossimo Natale con i nostri cari
Sahleanu Corneliu Gheorghe Burnea Daniel Marius Badila Cristian Barbulescu Mihail Dinu Viorel Macovei Viorel Galicel Dan Popa Tudor Cernadirca Artiom Atanasiu Marius Leuca Niculae
Ps.: Se avete difficoltà a trovare la nostra "casa", o per altre informazioni, potete contattare: - P. Mario Cisotto, cappellano del Porto, tel. 0335.8410040 ; e-mail mcisotto@stellamaris.net - Sig. Antonio Blasi, sindacato dei marittimi, tel. 0335.6187728
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