La nuova alleanza tra il Clerici Logistic Group (CLG) e il gruppo Pacorini non è solo una joint venture di carattere finanziario, ma soprattutto un'intesa dal punto di vista operativo. Alfonso Clerici e Roberto Pacorini, rispettivamente presidente e vice presidente delle due aziende, hanno più volte ribadito questo concetto nel corso della presentazione avvenuta oggi a Genova dell'ingresso del gruppo giuliano nell'azionariato di CLG. A seguito di un riassetto della compagine azionaria del Clerici Logistic Group che ha comportato l'uscita della Setramar di Ravenna, la Pacorini ha infatti rilevato il 40% delle azioni della holding che ha sede a Genova per una cifra che non è stata rivelata, mentre il 60% è rimasto sotto il controllo della famiglia Clerici.
Il Clerici Logistic Group, leader in Italia nel settore della logistica dei prodotti deperibili con un fatturato consolidato di oltre 25 miliardi di lire, gestisce due terminal specializzati nei porti di Genova e Salerno.
Il gruppo Pacorini, con un fatturato consolidato di oltre 140 miliardi di lire, è leader mondiale nel settore della movimentazione del caffè e primo operatore mediterraneo nel traffico di metalli non ferrosi trattati alla Borsa di Londra.
L'intesa è sembrata essere la soluzione naturale per mantenere un'adeguata competitività nell'ambito del processo di internazionalizzazione che ha coinvolto anche i settori in cui operano i due gruppi. "La nostra attività - ha detto Clerici - è rivolta a tutta una serie di prodotti e in particolare agli ortofrutticoli e coloniali". Anche Pacorini è impegnata da sempre nel settore dei coloniali e questo - ha spiegato Clerici - permette "non solo di lavorare su dei progetti, ma anche su business che già sviluppiamo".
Riferendosi all'attività della Multiterminal, società formata nei mesi scorsi dalla stessa Pacorini insieme con le genovesi Prai e Romani & C. (inforMARE del 31 marzo) e attiva negli scali di Vado Ligure e Genova, Clerici ha sottolineato che non ci sarà competizione né tra Genova e Trieste né tra Genova e Vado, ma casomai collaborazione. "In particolare per Genova - ha spiegato Clerici - l'accordo tra il Clerici Logistic Group e Pacorini ha un significato molto positivo per la città: attraverso la partecipazione di Pacorini, ad esempio, abbiamo già iniziato a parlare con altri operatori".
L'interesse del gruppo di Trieste per l'Alto Tirreno è stato riconfermato da Roberto Pacorini, che ha sottolineato di aver trovato nel capoluogo ligure una disponibilità non riscontata viceversa nello scalo giuliano. A Trieste infatti il gruppo deve fare i conti con strutture giocoforza disperse sul territorio, visto che "l'Autorità Portuale - ha detto Pacorini - non ha effettuato interventi di razionalizzazione degli spazi portuali". Il gruppo ha comunque intenzione di costituire nel porto di Trieste un centro unico dedicato alle operazioni di svuotamento dei contenitori e di riconsegna del caffè in partenza dal porto. L'iniziativa è stata illustrata in dettaglio nel corso di una conferenza stampa svoltasi anch'essa questa mattina nella città giuliana. "In relazione alla crescita dei traffici e alla cronica mancanza di spazi consoni adeguati - ha detto il presidente dell'azienda giuliana, Federico Pacorini - la Pacorini ha presentato domanda lo scorso 25 gennaio all'Autorità Portuale di Trieste per il riutilizzo dei magazzini 69 e 71 con i relativi spazi asserviti, ossia banchine ed aree adiacenti agli ormeggi 46, 47, 48 e al capannone 71". Il progetto comporta investimenti per 3-4 miliardi di lire necessari per dotare la struttura di procedure di ribaltamento dei contenitori, nastri allineatori dei sacchi e pallettizzatori automatici. Tutte le operazioni di controllo merce, pesatura, gestione informatico-contabile verranno quindi concentrate nella nuova struttura. "Il programma - ha aggiunto Pacorini - si pone un obiettivo estremamente ambizioso e rappresenta, assieme con l'avanzatissima Silocaf, l'unica strategia capace di ancorare definitivamente al porto di Trieste il traffico più antico e prestigioso che da sempre è rappresentato dal caffè. Questo progetto costituisce per Trieste un'ottima occasione in termini di attrazione di nuovi traffici, implementazione di tecnologie ed investimenti e, non ultimo, di occupazione".
"A Genova - ha invece spiegato Roberto Pacorini nelle sale della sede genovese del gruppo CLG - vogliamo spostare le nostre esperienze acquisite non solo nel settore delle commodities, ma anche in quello terminalistico". Riguardo ai rapporti con Multiterminal - VIO Interporto di Vado Ligure (inforMARE del 5 agosto), Pacorini ha ribadito la mancanza assoluta di conflittualità: "Vado sarà dedicato ai grandi clienti, mentre Ponte Somalia (sede del Terminal Frutta Genova gestito da CLG, ndr.) è rivolto all'hinterland ligure". A Vado intanto è stata già avviata la prima movimentazione in automatico del caffè e tra 8-10 giorni l'impianto sarà pienamente operativo.
Il traffico svolto quest'anno dal Terminal Frutta Genova del Clerici Logistic Group sarà di 140.000 tonnellate di prodotti deperibili: in particolare banane, frutta overseas proveniente dall'emisfero Sud del mondo (Argentina, Sudafrica, Nuova Zelanda), prodotti coloniali (caffè, cacao, nocciole). A seguito di un accordo triennale siglato recentemente con il gruppo Chiquita Europe (inforMARE del 16 settembre) e alla luce della fine del regime delle licenze in questo settore merceologico, il gruppo prevede inoltre ulteriori incrementi del traffico. L'altro terminal del gruppo, il Terminal Frutta Salerno, svolgerà complessivamente quest'anno un traffico di 111.000 tonnellate di banane.
Bruno Bellio
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