Il 1999 sarà ricordato per l'avvento di Internet. Così almeno lo ricorderanno le aziende secondo Giovanni Ravano, presidente dell'Associazione Ligure Commercio Estero (ALCE), che si è riunita in assemblea oggi all'Acquario di Genova. La rete telematica ha permesso a molte imprese medio piccole di essere conosciute in tutto il mondo grazie allo sviluppo dell'e-commerce e di diminuire i costi di comunicazione. Ma il 1999 - ha aggiunto Ravano - è stato anche l'anno delle liberalizzazioni dei monopoli statali nel campo dei servizi energetici, delle telecomunicazioni e nel quale si sono poste le basi per la liberalizzazione del sistema ferroviario, nonché l'affermazione delle autorità garanti e dell'autorità antitrust.
A fronte di questi cambiamenti permangono fattori negativi che frenano la crescita e lo stimolo di fare "nuova impresa" in Italia e soprattutto in Liguria. Uno dei più importanti è il carico fiscale, ancora troppo elevato rispetto alle aliquote di altri paesi europei, invogliando gli imprenditori ad investire all'estero. Ravano ha auspicato l'instaurazione di un'economia di mercato anche in campo fiscale, «dove tutti i paesi europei si dovrebbero confrontare con politiche fiscali paritetiche e concorrenziali».
Ma ancora «più clamoroso in Italia è la burocrazia: per investire sono necessarie autorizzazioni su autorizzazioni».
Dopo accenni alla congiuntura internazionale, con aspettative di crescita del commercio mondiale attorno all'8% per il 2000 (4,5% nel 1999), a quella europea e a quella italiana, nella quale il saldo attivo del commercio estero nel 1999 (25.388 miliardi di lire) si è ridotto del 46% rispetto al 1998, ed in particolare dell'85% con i paesi UE e del 38% con gli altri paesi.
Su piano più strettamente operativo la relazione del Consiglio dell'ALCE illustrata da Ravano si sofferma sulla dogana, sottolineando la necessità che «cambi radicalmente modo di agire e di pensare trasformandosi da puro braccio burocratico del ministero delle Finanze in operatore per conto dello Stato con mentalità imprenditoriale e con tale veste partecipi all'attività portuale».
Buono invece lo stato del sistema portuale ligure, con Genova, La Spezia e Savona «in grado di tenere bene il campo». Attività che però deve essere sostenuta da buone infrastrutture di comunicazione viarie e ferroviarie, che sono invece «nettamente insufficienti sebbene la strategicità del sistema ligure sia stata ribadita a più riprese anche a livello nazionale». Per Genova inoltre, «un altro grave ostacolo riguarda la lentezza della burocrazia nell'approvare uno strumento essenziale come il Piano Regolatore Portuale». Preoccupato a questo riguardo si è detto Fabio Capocaccia, segretario generale dell'Autorità Portuale di Genova nel suo intervento a margine dell'assemblea, confermando di «non avere purtroppo novità sul piano regolatore» e ricordando il rischio - in assenza dell'approvazione del piano da parte della Commissione per la Valutazione d'Impatto Ambientale - di non poter usufruire dei finanziamenti già assegnati al porto genovese. Capocaccia ha elencato le percentuali di crescita previste per il traffico portuale a fine 2000: i container aumenteranno del 15% rispetto al 1999, «ma in generale tutte le merceologie stanno andando bene, comprese le rinfuse liquide che negli anni passati hanno sofferto qualche calo». Complessivamente potrà essere superata la soglia annuale di 1,5 milioni di teu e di 50 milioni di tonnellate di merce, mentre i passeggeri saranno prossimi ai 3 milioni di unità («probabilmente 100mila in meno»).
Problema non previsto invece, e affrontato in queste settimane, è stato quello delle manovre ferroviarie all'interno del porto, che hanno creato notevoli disagi e non hanno consentito la regolare movimentazione dei carichi. Problema che potrà essere risolto nei prossimi giorni: «spero - ha detto Capocaccia - che la società (la Ferport ndr) possa essere ricapitalizzata».
Il segretario generale dell'authority portuale ha accennato brevemente anche alla recente approvazione della normativa sul lavoro portuale (inforMARE del 20 giugno). «E' una legge - ha spiegato - che va interpretata» e «così com'è non è attuabile in tutti gli aspetti, ci vogliono dei regolamenti». Capocaccia ha ricordato che entro il prossimo luglio si svolgerà a Genova un convegno proprio sul tema del lavoro portuale e che comunque la nuova normativa dovrebbe consentire di dare inizio al riassetto del terminal Multipurpose, attualmente gestito dalla Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie (CULMV).
B.B.
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