L'aggressione commerciale portata dai cantieri navali sudcoreani sta mettendo alle corde la cantieristica europea. Il nuovo allarme è stato lanciato oggi a Roma nel corso dell'assemblea dell'Assonave, l'associazione dei cantieri di costruzione e riparazione navale aderente a Confindustria, a cui ha partecipato il ministro dei Trasporti e della Navigazione, Pierluigi Bersani.
In questa prima metà del 2000 - ha detto Corrado Antonini, presidente sia di Assonave che della Fincantieri e di Euroyards, la società europea che raggruppa le principali aziende del settore di Francia, Italia, Germania e Spagna - i cantieri della Corea del Sud si sono accaparrati, ricorrendo anche al dumping, il 45% degli ordini mondiali, oltre la metà dei quali passati dall'armamento europeo.
Antonini ha sottolineato che i cantieri dell'Unione Europea, ai margini ormai del mercato delle navi da trasporto standard, sono oggi incalzati in quello delle unità ad alta tecnologia e persino la nicchia delle navi da crociera è a rischio di "erosione".
Secondo il presidente di Assonave, l'UE - benché consapevole delle difficoltà in cui si dibatte il settore - non ha dato fin qui risposte adeguate alla gravità del problema, facendo affidamento sugli esiti del recente accordo con il governo coreano per il ripristino di una accettabile concorrenzialità, pena il ricorso, dalle prospettive invero molto aleatorie, alla World Trade Organization.
Reale - ha ricordato Antonini - è invece la prospettiva del venir meno, dal gennaio prossimo, del pur modesto aiuto alla produzione consentito dalle Direttive comunitarie. Assonave auspica quindi che il governo italiano tenga ferma la posizione assunta in sede comunitaria a difesa del settore e in opposizione a concezioni troppo dogmatiche. Non minori - ha aggiunto Antonini - sono inoltre le attese per l'approvazione in tempi rapidi del disegno di legge, di imminente presentazione, volto ad agevolare l'investimento in navi, con misure che si rifanno a normative già in vigore in altri Paesi europei e finalizzate sia al recupero di una parte significativa di clientela che oggi sempre più si rivolge all'Estremo Oriente.
Le previsioni di domanda d'altra parte - ha però sottolineato - sono positive, anche per la probabile eliminazione anticipata delle cisterne a scafo singolo nonché per gli effetti del rafforzamento del Port State Control nella Comunità. Consegne e carico di lavoro dei cantieri che fanno parte di Assonave si sono mantenuti su livelli globalmente elevati, con una incidenza preponderante delle commesse per l'estero e delle navi più complesse e sofisticate, quali le navi da crociera, traghetti di nuova generazione e navi da trasporto a elevata tecnologia. Ma è divenuta drammatica la situazione per i cantieri che si sono attardati nelle tipologie convenzionali, le più colpite dal crollo dei prezzi.
Non è pensabile - ha concluso Antonini - che l'Europa, ossia la maggiore area commerciale e con la marineria più sviluppata, possa privarsi di un'industria che è già per quasi l'80% concentrata nel Far East (Corea, Giappone e Cina). Lo impongono ragioni non solo sociali, ma soprattutto economiche e strategiche, anche per le strette connessioni con le produzioni per la difesa.
Nei prossimi giorni Antonini sarà in Corea con la delegazione guidata dal ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, Enrico Letta, per ribadire le ragioni della cantieristica europea anche ai fini di un ordinato sviluppo del mercato navale.
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