La Maersk Sealand pone in diretta concorrenza gli scali dell'Alto Tirreno, ansiosi di aggiudicarsi le linee della più importante compagnia mondiale di trasporto container o preoccupati di perderli. Il ventilato insediamento di un terminal dedicato ai servizi del gruppo danese nel porto di Savona Vado ha inoltre acceso le proteste dell'amministrazione comunale di Vado Ligure, che teme di essere sommersa dai contenitori marchiati con la stella del vettore nordeuropeo.
Un'ipotesi che l'Autorità Portuale di Savona Vado vuole quanto meno prendere in considerazione e valutare in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi. «Il progetto Maersk - ha ribadito nuovamente oggi il presidente dell'authority portuale savonese, Alessandro Becce - costituisce un'opportunità troppo grande per poter essere liquidata su due piedi sulla base di considerazioni semplicistiche, spinte emotive, o peggio ancora di "sensazioni"».
L'interessamento della compagnia nei confronti dello scalo di Savona Vado non è comunque dettato - secondo Becce - dal tentativo di mettere in concorrenza gli scali della regione, pronti a ribassare le proprie richieste pur di accogliere le navi della Maersk Sealand. Un'ipotesi avanzata da più parti e avvalorata secondo alcuni dal recente accordo che ha ulteriormente legato la compagnia al terminal VTE del porto di Genova (inforMARE del 12 dicembre 2000).
«Maersk - ha spiegato il presidente dell'ente portuale - è un operatore che trae la sua forza dai volumi di merce controllati e dunque non ha bisogno di usare Vado come leva di negoziazione con altre realtà portuali».
Becce ha ricordato che «se sul piano delle strategie nazionali della portualità e dei trasporti l'importanza dell'operazione è testimoniata anche dal recente coinvolgimento di importanti figure istituzionali, a livello provinciale la valenza va oltre il pur rilevante aspetto occupazionale; il progetto costituisce infatti una vera e propria svolta per tutto il sistema savonese e della Valbormida, con formidabili ricadute sulla logistica e sulle infrastrutture e con la possibilità di liberare risorse e finanziamenti altrimenti inaccessibili».
Secondo il presidente dell'autorità portuale è ora innanzitutto necessario «dare in tempi brevi una chiara risposta all'imprenditore sulla volontà o meno di concretizzare questa iniziativa» e «identificare nel frattempo tutti gli interventi utili per rendere questo progetto compatibile con ambiente, infrastrutture e qualità di vita dei residenti. E' chiaro d'altra parte che un progetto di questa portata (circa 300 miliardi di lire), orientato nel medio periodo (2004-2009), anche dopo l'eventuale decisione di percorribilità, richiederà verifiche, approfondimenti e correttivi, orientati a trovare soluzioni e non a frapporre ulteriori ostacoli».
«Ritengo sia oggi necessario pervenire ad un giudizio conclusivo sereno - ha aggiunto Becce - sgombrando il campo dalle speculazioni e dagli interessi privati, pena la perdita di credibilità di fronte agli imprenditori che hanno intenzione di investire sul nostro territorio, al governo cui si richiedono i finanziamenti per le infrastrutture, e alla comunità locale nei confronti della quale come amministratori dobbiamo garantire una responsabile capacità decisionale, per cogliere quelle opportunità di cambiamento che altrimenti resteranno sempre e solo chimere». |
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