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Saranno 6000 all'anno gli scali vietati alle cisterne a scafo singolo se il provvedimento in vigore nella Laguna di Venezia verrà esteso a tutti i porti italiani
Lo ha detto Alberto Noli (Banchero Costa), specificando che le maggiori conseguenze saranno sopportate da armatori italiani, greci e croati
10 aprile 2001
Se il prossimo 23 aprile il governo italiano, estendendo il provvedimento già assunto lo scorso 15 febbraio per la Laguna di Venezia, impedirà alle unità cisterna a scafo singolo di entrare nei porti nazionali, questi ultimi perderanno circa 6.000 scali all'anno. Lo ha detto il direttore della divisione Ship agents della società di brokeraggio Banchero Costa & Co. Spa, Alberto Noli, specificando che in Italia il traffico petrolifero e chimico in importazione, esportazione e in transito è di circa 200 milioni di tonnellate all'anno, pari ad oltre 10.000 scali, di cui il 60-70% sono relativi a navi a scafo singolo.
Secondo informazioni raccolte dalla società italiana, il divieto di scalo colpirà in particolare gli armatori italiani, greci e croati, e in parte anche alcuni operatori nordeuropei. Conseguenze si avvertiranno anche in Germania e in Austria, dove il petrolio arriva attraverso gli oleodotti che partono dal porto di Trieste. La Germania riceve infatti circa 27 milioni di tonnellate di greggio all'anno e l'Austria circa 7,5 milioni di tonnellate. Alberto Noli ritiene che porti come quello di Lavera in Francia, che è collegato con un oleodotto al mercato tedesco, potrà costituire una alternativa valida ai traffici che sinora transitano in Italia.
Pur concordando con la necessità di preservare l'ambiente, Noli ha ricordato che solo il 3% degli inquinamenti marini deriva da incidenti a navi cisterna, mentre oltre il 60% è causato da fuoriuscite di prodotti da impianti industriali e dagli scarichi cittadini. «Crediamo - ha sottolineato - che un'azione unilaterale presa dal ministero italiano avrà conseguenze dirette sugli armatori, sugli operatori del commercio, sulle raffinerie e potrà avere effetti sui cittadini con ritardi nell'approvvigionamento di combustibile e con aumenti dei prezzi. L'IMO sta attualmente lavorando per accelerare la messa al bando delle navi cisterna a scafo singolo entro il 2006. Questo è il contesto appropriato in cui discutere del problema, e non attraverso azioni individuali assunte dagli Stati membri dell'UE che potrebbero portare al caos nella catena degli approvvigionamenti e ad aumenti dei prezzi».
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