Il Consiglio della Federazione del Sistema Marittimo Italiano (Federazione del Mare), sotto la presidenza di Corrado Antonini, ha esaminato i primi risultati dello studio di aggiornamento sull'economia del mare predisposti in collaborazione con la fondazione Censis.
In Europa e negli Stati europei - è stato denotato - si va sempre più affermando sia l'idea del maritime cluster (tecnicamente traducibile in "raggruppamento marittimo"), per identificare l'insieme delle attività legate al mare, sia la coscienza del rilievo che una tale componente riveste nell'economia.
«La Federazione del Mare - ha dichiarato Antonini - è stata uno dei primi esempi di tale tendenza ed ha realizzato nel 1996 assieme al Censis un rapporto sull'economia del mare, nel quale è analizzato l'impatto economico e sociale delle attività di impresa marittima nello sviluppo italiano: oltre 42.000 miliardi di lire di produzione e 300.000 addetti diretti e indiretti, con importanti effetti moltiplicativi nei settori economici a monte e a valle. La Federazione ha dato così il suo contributo all'adozione di una politica volta a valorizzare la navigazione e la marineria come strumenti di sviluppo industriale ed economico del Paese».
Il nuovo rapporto sull'economia del mare - è stato annunciato - sarà esteso, tenendo conto delle più aggiornate esperienze europee, anche ad attività non strettamente di impresa, ma comunque collegate al mare. A tal fine il Consiglio ha avviato un rafforzamento ed un allargamento della Federazione con l'intento di rappresentare in modo ancora più completo, ad istituzioni ed opinione pubblica, l'importanza dell'economia marittima per l'Italia, quale contributo nazionale ad analoghe iniziative svolte nell'ambito del Maritime Industries Forum nel più ampio contesto europeo.
I risultati finali dello studio verranno presentati entro il 2001.
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