La vicenda dell'incendio e del successivo arenamento della con-ro Jolly Rubino della compagnia di navigazione genovese Ignazio Messina & C. è alla ribalta delle cronache italiane, che spesso sottolineano solo gli incidenti occorsi ad unità marittime e li descrivono in modo approssimativo ed inesatto. Tali fatti vengono poi dipinti come conseguenza inevitabile dell'utilizzo di navi poco affidabili. Non è questo il caso della Jolly Rubino, ha sottolineato oggi il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Giovanni Montanari: «nel caso particolare - ha precisato - osservo che la nave appartiene ad un'impresa di navigazione tradizionalmente seria ed attenta alle norme come la Ignazio Messina & C., da sempre impegnata nel miglioramento della propria flotta nel totale rispetto delle sempre più rigide e selettive normative internazionali in materia di sicurezza della navigazione e protezione dell'ambiente marino». «La nave - ha ricordato Montanari - l'8 agosto scorso era stata sottoposta a Marsiglia ad una ispezione del Port State Control, risultando del tutto in regola con i requisiti necessari per la navigazione. Del resto, il fatto che la Jolly Rubino, dotata tra l'altro di doppio scafo, sia stata in balia delle cattive condizioni meteo-marine per oltre due giorni dimostra la solidità della sua struttura, grazie alla quale il danno è stato circoscritto alla fuoriuscita di una modesta quantità di carburante». Il presidente di Confitarma ha sottolineato come le perplessità manifestate per la presenza di carichi pericolosi a bordo della nave siano fuori luogo: «il carico della Jolly Rubino, come la maggior parte dei carichi trasportati da navi portacontenitori impiegate in servizi di linea - ha detto - era composto di varie tipologie di merci. Il fatto che all'interno di alcuni contenitori vi fossero merci pericolose è del tutto normale, e prevede controlli preliminari all'imbarco effettuati secondo procedure internazionali standardizzate e conformi alla normativa IMO».
Più in generale - ha proseguito Montanari - « nessuno sembra ricordare che sulle decine di migliaia di navi della flotta mondiale, ogni giorno indipendentemente da distanze e condizioni metereologiche, viaggia gran parte delle merci e delle materie prime che alimentano l'economia del pianeta. Anche in Europa e in Italia, buona parte di ciò che serve alla nostra vita quotidiana non arriverebbe nelle nostre case o sulle nostre strade, ovvero ci arriverebbe a prezzi ben superiori. Non è un'attività esente da rischi trattandosi di trasporto. Per questo esiste un vasto complesso di norme (convenzioni e protocolli internazionali, direttive comunitarie e leggi nazionali), che disciplinano in modo dettagliato la tutela della navigazione e dell'ambiente marino, e il cui rispetto è assicurato da una ampia serie di controlli articolati su ben quattro livelli (controlli dello Stato di bandiera, controlli dello Stato di approdo, controlli degli istituti di classifica delle navi, e controlli richiesti da soggetti privati come i noleggiatori o le assicurazioni)».
Montanari si è detto amareggiato per alcune affermazioni di «parte dell'informazione nazionale, e in particolar modo di quella televisiva, che ha messo immotivatamente in cattiva luce la navigazione, evidenziando peraltro una scarsa conoscenza sia del settore (la nave portacontenitori è stata scambiata per una petroliera) e dell'importanza che esso riveste per l'economia, sia delle normative di sicurezza che regolano i trasporti marittimi a livello internazionale, europeo e nazionale». |
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