Werkgeversverbond der Belgische havens, l'associazione degli imprenditori portuali belgi, ha espresso oggi il suo disappunto per l'ennesimo sciopero che bloccherà il lavoro negli scali nazionali il prossimo 29 settembre. L'astensione dal lavoro è stata indetta dai sindacati per protestare contro la proposta di direttiva comunitaria sull'accesso al mercato dei servizi portuali. Nello scorso luglio - ha ricordato l'associazione datoriale - i sindacati avevano preannunciato forme di protesta differenti, come l'organizzazione di un corteo, mentre la settimana scorsa è stato dichiarato lo sciopero generale.
Si tratta - ha lamentato l'associazione - di un «ennesimo attentato all'immagine dei porti belgi». «Ogni giorno di sciopero - ha spiegato Werkgeversverbond der Belgische havens - rappresenta un costo enorme non solo per le aziende portuali, ma anche per quelle dei subappaltatori». L'ennesimo sciopero generale - hanno accusato gli imprenditori portuali - «è la goccia che fa traboccare il vaso», anche perché la volontà di bloccare il lavoro nei porti non altrettanto sentita nelle nazioni vicine.
«Fino ad ora - ha ricordato l'associazione - i datori di lavoro hanno sempre sostenuto il punto di vista dei sindacati per quanto riguarda il contenuto della proposta di direttiva. Due volte hanno firmato assieme ai sindacati una dichiarazione comune. La "ricompensa" è il quinto sciopero generale di 24 ore in un anno». Gli scioperi - hanno sottolineato gli imprenditori - minacciano la posizione competitiva delle imprese portuali belghe nei confronti di quelle di Rotterdam, Zeeland Seaports, Dunkerque e Calais.
«A causa delle precedenti azioni - ha concluso Werkgeversverbond der Belgische havens - gli armatori hanno già spostato traffici commerciali all'estero. Inoltre gli stessi armatori che hanno ricevuto dalle aziende portuali delle offerte per un traffico nuovo scelgono ovviamente uno scalo più affidabile dal punto di vista della manodopera. Di conseguenza tutte le azioni previste porteranno in modo accelerato ad un deterioramento del clima sociale. Oggi 9.000 lavoratori portuali si guadagnano la vita nei porti belgi, mentre altri 100.000 trovano un posto di lavoro nella zona portuale, e non dimentichiamo l'impiego indiretto. Le conseguenze sull'impiego arriveranno presto e i sindacati ne porteranno una responsabilità grandissima».