Si è conclusa ieri nel porto di Rotterdam la settimana di scioperi dei lavoratori portuali europei contro la proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali e in particolare contro la possibile introduzione del self-handling nei porti, cioè la movimentazione delle merci effettuata da parte degli equipaggi delle navi e dai lavoratori temporanei.
«Circa 500 lavoratori dell'area portuale di Maasvlakte, che include, tra gli altri, i terminal di ECT, APM Terminals ed EMO - ha affermato oggi l'International Transport Workers' Federation (ITF) - hanno risposto alla chiamata del loro sindacato, FNV Bondgenoten, a partecipare a riunioni come parte della protesta. I tentativi del management di ECT di impedire le riunioni hanno avuto l'effetto opposto ed hanno determinato un fermo del lavoro più lungo del previsto».
L'ultima azione di protesta della settimana effettuata a Rotterdam - ha detto il segretario della sezione Lavoratori portuali di ITF, Kees Marges - ha rappresentato «sia il finale adatto ad una grandissima settimana di solidarietà dei lavoratori paneuropei sia una promessa per ciò che di più sarà fatto in futuro». «I lavoratori di tutti i settori, dalle merci varie, alle rinfuse, ai traghetti ro-ro e ai terminal container della APM Terminals della Maersk Sealand e dell'ECT di Hutchison - ha aggiunto - hanno approvato la prossima azione e dimostrazione che si svolgerà a Rotterdam il 29 settembre». «Questa settimana di azioni - ha concluso - hanno dimostrato che i lavoratori portuali, in numero sempre maggiore, sono convinti che, se le trattative tra il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri nel corso del periodo di conciliazione daranno come risultato un testo della direttiva inaccettabile, sarà inevitabile un altro sciopero».