Sede più opportuna della Spezia non poteva essere scelta per l'incontro sul tema "Portualità, sviluppo e ambiente: una convivenza possibile?" svoltosi ieri presso la locale Assindustria. «Abbiamo deciso di tornare a La Spezia per proseguire nel nostro ciclo di incontri "In Giro'per l'Italia del Mare" - ha confermato Maria Gloria Giani, presidente di Wista Italia - perché la rinnovata collaborazione tra Confitarma e Wista con il ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e Fedarlinea trovava proprio in La Spezia la sede più opportuna per dibattere: oggi i problemi più scottanti del porto spezzino afferiscono, infatti, proprio a scelte ambientali».
Non solo lo sviluppo, ma la stessa sopravvivenza del porto della Spezia è a rischio: l'impossibilità di avviare le operazioni di dragaggio dei fondali determina incertezza sul futuro dello scalo. «Gli allarmi ambientalisti - ha commentato sarcasticamente il presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, Giorgio Bucchioni - vanno saputi interpretare con intelligenza, perché non sempre le previsioni catastrofiche hanno poi avuto un seguito nella realtà». «Peraltro - ha aggiunto - oggi stiamo pagando in termini di pesanti ritardi infrastrutturali la perdurante battaglia ambientalista».
«Occorre riflettere - ha detto il presidente di Assindustria La Spezia, Francesco Masinelli - sulle migliori condizioni per rendere compatibili salvaguardia ambientale e sviluppo economico».
«Il rapporto tra portualità e sviluppo - ha sottolineato Francesco Benevolo, responsabile Comunicazione e Identità di Confitarma - è divenuto critico: rischiamo di non riuscire a cogliere le prospettive di crescita dei traffici nel Mediterraneo perché non sufficientemente dotati delle necessarie infrastrutture, fondali in primo luogo». «Proseguendo con questo passo - ha aggiunto - l'Italia rischia di essere tagliata fuori dalle principali direttrici dei mercati». «È fondamentale - ha concluso - che esca al più presto la nuova legge sui porti, in modo che anche grazie a rinnovate fonti finanziarie i nostri porti possano attrezzarsi per le sfide future».
L'amministratore delegato del La Spezia Container Terminal (gruppo Contship), Nereo Marcucci, ha ricordato che «il dossier emergenza porti presentato dal gruppo Contship negli scorsi giorni (
inforMARE del
25 novembre 2004, ndr) non è stato un grido di allarme per La Spezia e che il destino del porto spezzino non è più nelle mani degli operatori ma delle istituzioni». «Soltanto riavviando un circuito virtuoso tra mercato, autorità e consenso - ha osservato - si riuscirà a riavviare il sistema portuale nazionale».
Nel suo intervento Oscar Barboni, responsabile portualità di Fedarlinea, ha dichiarato che «occorre prendere atto della globalizzazione e lavorare per rendere compatibili ambiente e crescita economica».
Mario Parmeggiani, presidente della Comunità Portuale della Spezia, ha invitato i partecipanti ad una sempre maggiore concretezza del confronto, ricercando un'effettiva armonia tra temi ambientali e sviluppo, che, al giorno d'oggi, dovrebbe essere insita nei processi decisionali.
Il comandante del Porto della Spezia, Ilarione Dell'Anna, ha ricordato che «le Capitanerie di Porto hanno sempre considerato la protezione ambientale come una funzione primaria del loro lavoro quotidiano, accanto alla sicurezza della navigazione».