La società petrolifera russa Yukos Oil Company si è affidata alla protezione del Chapter 11 della normativa fallimentare statunitense. Martedì scorso l'azienda ha chiesto al tribunale di Houston un'udienza urgente per cercare di bloccare la vendita all'asta della sua divisione Yuganskneftegas, a cui fa capo circa il 60% della produzione petrolifera di Yukos, e per tentare di portare la Russia ad un arbitrato in merito alla richiesta avanzata dal governo di Mosca a Yukos per ottenere miliardi di dollari di imposte non versate (
inforMARE del
28 maggio e
2 luglio 2004).
La vendita Yuganskneftegas è prevista per domenica prossima ed è stata sollecitata dalle autorità russe. «Se consentita - ha spiegato Yukos - la vendita di Yuganskneftegas procurerà alla compagnia un danno immediato ed irreparabile». «Inoltre - ha aggiunto la società petrolifera - i conti bancari della compagnia ed altri beni sono stati congelati dalle autorità russe come parte di una campagna senza precedenti, con la pretesa di imposte illegali, discriminatorie e sproporzionate, che è sfociata in irruzioni e confische che sono culminate in intimidazioni ed arresti. Queste azioni hanno gravemente danneggiato Yukos e la capacità della compagnia di condurre normali attività d'affari».
Sottolineando di aver tentato di percorrere tutte le strade per giungere ad un accordo con le autorità russe, Yukos ha affermato che la richiesta per essere posta sotto la protezione del Chapter Eleven è «l'ultima risorsa per salvaguardare i diritti dei nostri azionisti, dipendenti e clienti. Sfortunatamente riteniamo che fosse l'unica risorsa lasciataci».
Secondo Yukos, «la selettiva e retroattiva applicazione della legge fiscale da parte delle autorità russe è impropria nell'ambito delle leggi russe e internazionali ed ha causato direttamente la perdita di circa 38 miliardi di dollari come valore di mercato per i nostri investitori. Le azioni delle autorità russe sembrano essere espropri, stile ventunesimo secolo».
È probabile che la richiesta di Yukos venga accettata dal tribunale americano, in considerazione del fatto che il Chapter 11 viene applicato quasi automaticamente per qualsiasi società che, anche in minima parte, abbia beni negli Stati Uniti. Lo ha ricordato la stessa Yukos, che ha sottolineato di aver beni e attività nell'area di Houston, aggiungendo che il direttore amministrativo della compagnia russa svolge le sue funzioni dalla città texana. Inoltre la legge fallimentare americana prevede che la giurisdizione sui beni e le proprietà dei debitori sia estesa a tutto il mondo. Certo la scelta di Yukos creerà imbarazzo a livello governativo e sicuramente crea un precedente nei rapporti economici e diplomatici tra Russia e Stati Uniti.
Bruno Bellio