I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno confermato oggi lo sciopero nazionale di 24 ore di tutti i lavoratori dei porti indetto per venerdì prossimo. Sotto accusa è la politica del governo per il settore portuale che - sostegno le organizzazioni sindacali - «con gravi responsabilità e con altrettanta poca lungimiranza, indebolisce i porti e rischia di mettere fuori mercato l'intero settore in un momento di grande sviluppo del traffico e della competizione».
I sindacati denunciano inoltre il quadro di «emergenza» ed «estrema gravità» in cui versa il settore della portualità, «caratterizzato da immobilismo nelle iniziative, riaffiorare di velleità monopolistiche, tentativi di destrutturazione ed intermediazione, lavoro sempre più esposto a pericoli per la sicurezza e tensioni sociali, senza possibilità di ammortizzatori» e ricordano che «l'annunciato atto amministrativo del governo, con il quale dovrebbe essere annullato il provvedimento della legge Finanziaria che assoggetta le autorità portuali ai vincoli finanziari previsti per la pubblica amministrazione, non è stato ancora varato».
«Il governo - ha dichiarato il coordinatore nazionale porti della Filt Cgil, Massimo Ercolani - non è in grado di sviluppare una politica programmatica sulla portualità, mentre servirebbe concentrare le poche risorse disponibili per rilanciare le infrastrutture portuali, eliminare le strozzature di rete e realizzare un'offerta di servizi integrata, che valorizzi i piccoli e i grandi porti. Senza un'adeguata politica infrastrutturale e dei trasporti rischiamo di disperdere, nell'attuale recessione del nostro paese, uno dei pochi vantaggi produttivi rappresentato dai porti».
Secondo Claudio Tarlazzi, coordinatore porti della Uiltrasporti, «permangono tutte le preoccupazioni per una politica che mette a rischio migliaia di posti di lavoro, non adotta efficaci interventi sulla sicurezza del lavoro, non interviene contro la proposta liberista di direttiva europea sull'accesso ai servizi portuali e ignora il contributo alla crescita del Pil che i porti possono fornire». «La politica del governo - ha aggiunto - non riconosce al lavoro un ruolo centrale nei processi produttivi e nella stessa innovazione organizzativa e tecnologica, privandolo di fondamentali tutele, come l'indennità di mancato avviamento, che permette ai porti di funzionare in maniera efficiente ed operativa tutti i giorni dell'anno».
«Su tutti questi temi - ha rilevato il segretario nazionale della Fit Cisl, Gianni Ursotti - è indispensabile che il governo metta in atto gli interventi e le iniziative utili alla soluzione dei problemi, per consentire ai nostri porti di continuare a svilupparsi e a captare quote di traffico che ora perdiamo a vantaggio dei porti del nord Europa».