I porti italiani hanno bisogno di ingenti investimenti. Lo ha detto oggi il presidente dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), Giuliano Gallanti, intervenendo al seminario "Italia-Cina: una nuova prospettiva per il diritto dell'economia" svoltosi nel salone del consiglio della Provincia di Genova.
«Ma quale piattaforma logistica nel Mediterraneo», ha detto Gallanti. «Per intercettare i traffici asiatici dei prossimi anni - ha spiegato - ci vogliono grandi investimenti, e subito; altrimenti la concorrenza dei porti spagnoli sarà fatale per il sistema italiano. Fra poco tempo cominceranno a solcare i mari navi da 8.000, 9.000 teu e nessuno dei nostri scali è attualmente in grado di poterle accogliere».
«Oltre agli investimenti - ha proseguito Gallanti - ci vogliono anche regole, altrimenti i traffici marittimi e portuali diventano un Far West dove comandano pochi grandi gruppi mondiali, alcuni dei quali cinesi. Urge una riforma giuridica delle autorità portuali che devono poter operare più efficacemente nei mercati e bisogna stabilire rapidamente a livello europeo un quadro normativo per i rapporti tra esse e i grandi gruppi. Tramite l'acquisizione di terminal e pezzi della catena logistica alle loro spalle, le loro holding stanno infatti monopolizzando i traffici».
«Non si può affidare tutto alle leggi del mercato - ha concluso il presidente di ESPO - la concorrenza si deve svolgere all'interno di regole certe; per esempio la concessione dei terminal deve avvenire a seguito di gare pubbliche e della presentazione di precise garanzie da parte dei concorrenti».