Nel corso dell'assemblea annuale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), conclusasi venerdì scorso a Stoccolma, il presidente dell'associazione, Giuliano Gallanti, ha sollecitato la Commissione Europea a concentrare la sua attività di consultazione sulla politica portuale su cinque priorità che - secondo ESPO - consentirebbero di stabilire un quadro omogeneo per gli investimenti nei porti. Gallanti ha sottolineato infatti la necessità di stabilire chiare linee guida sui finanziamenti ai porti, di garantire lo sviluppo sostenibile della capacità dei porti, di rimuovere i colli di bottiglia operativi, di creare relazioni stabili con i fornitori di servizi portuali e di promuovere la competitività complessiva e una positiva immagine dei porti europei.
Da parte sua il vicepresidente della Commissione Europea, Jacques Barrot, ha confermato di non avere attualmente intenzione di presentare una nuova proposta di direttiva europea sui porti. «Oggi - ha spiegato - non presenterò, come un coniglio da un cappello, una nuova politica europea sui porti. La situazione dei diversi porti siti in regioni differenti dell'Europa varia in maniera sensibile. C'è un lavoro da fare che ci riguarda tutti e ritengo che la nuova politica prenderà forma a partire da questo incontro e da quelli che si svolgeranno in futuro».
«Probabilmente - ha detto Barrot - è troppo ambizioso ritenere che tutte queste questioni possano essere affrontate con un singolo atto normativo comunitario concernente l'attività portuale nel suo complesso. Forte è anche troppo ambizioso, in questa fase, aspettarsi che tutte le questioni importanti possano essere affrontate. Situazioni specifiche possono giustificare risposte specifiche che tengano conto del particolare contesto nazionale. I problemi nazionali possono richiedere solo soluzioni nazionali. La questione preliminare secondo la quale questi argomenti possono essere affrontati con azioni comunitarie - incluse le azioni legislative - deve ancora avere una risposta».
«L'esperienza dei due pacchetti sui porti (i progetti di direttiva che sono stati bocciati dal Parlamento europeo, ndr) - ha replicato Gallanti - dimostrano che le differenze tra i porti europei rendono il settore difficile da regolamentare. Tuttavia invitiamo la Commissione ad adottare un approccio che parta da un'analisi di ciò che può essere fatto applicando al meglio la legislazione vigente».