Nel corso del suo intervento all'assemblea dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), svoltasi l'1 e il 2 giugno scorsi a Stoccolma, Cecilia Battistello, presidente di Feport (Federation of European Private Port Operators), ha sottolineato la competitività delle società terminalistiche che operano in Europa, un precisato - ha osservato - nel quale la concorrenza è molto intensa.
Si tratta, tra l'altro - ha spiegato - di un mercato in crescita, sia in Nord Europa che nel Mediterraneo.
Nel prossimo lustro - ha rilevato il presidente di Feport - è previsto un incremento del 34,9% della movimentazione dei container nei porti nordeuropei, che salirà dai 44,7 milioni di teu del 2005 ai 60,3 milioni di teu nel 2010. In particolare è previsto un aumento del 32,6% del traffico diretto, che passerà dai 34,4 milioni di teu del 2005 ai 45,6 milioni di teu nel 2010, ed una crescita del 42,7% del traffico di transhipment, che salirà dai 10,3 milioni di teu dello scorso anno ai 14,7 milioni di teu nel 2010.
Nel Mediterraneo è attesa una progressione del 55,5% del traffico dei container: lo scorso anno sono stati movimentati 34,8 milioni di teu, mentre nel 2010 è previsto un traffico di 54,1 milioni di teu. Il traffico diretto subirà un incremento del 53,3%, salendo da 21,2 milioni di teu nel 2005 a 32,5 milioni di teu nel 2010, mentre il traffico di transhipment aumenterà del 58,8% passando da 13,6 milioni di teu nel 2005 a 21,6 milioni di teu nel 2010.
«Secondo tutte le fondi disponibili - ha detto Cecilia Battistello - il volume di merci da movimentare aumenterà in maniera impressionante nella prossima decade. La sola movimentazione dei container raddoppierà o più che raddoppierà tra il 2005 e il 2015». «Questo aumento - ha spiegato - riflette una necessità dell'economia europea ed è quindi una legittima reazione economica cercare di soddisfare questa crescita. Inoltre la creazione di ulteriore capacità di movimentazione dei terminal sarà accompagnata da un volume ingente di investimenti, dalla creazione di posti di lavoro e dal versamento di imposte. Tutti elementi che si combinano perfettamente con la politica europea volta a favorire la crescita economica e dell'occupazione con l'applicazione di limitazioni di natura sociale ed ecologica».