Confindustria Genova e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno emesso oggi un comunicato congiunto, che pubblichiamo di seguito, nel quale manifestano alcune perplessità sulle scelte di pianificazione attualmente allo studio per il porto di Genova.
In particolare l'associazione degli industriali e i sindacati sottolineano come «l'approccio da seguire sia quello di salvaguardare l'operatività degli attuali operatori, creando le condizioni pianificatorie e infrastrutturali per un loro sviluppo nonché per l'insediamento di nuovi». «Le recenti ipotesi di revisione del waterfront - si legge ancora nel documento - lasciano al riguardo non risolti ancora parecchi nodi, che rischiano di penalizzare il futuro delle aziende e di chi vi lavora». Occorre - secondo Confindustria Genova e i sindacati - «operare con realismo, optando per scelte pianificatorie che privilegino la realizzazione di quelle opere che siano effettivamente rivolte allo sviluppo dello scalo».
Confindustria Genova e i sindacati hanno quindi chiesto un incontro urgente all'Autorità Portuale e alle istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune) per un confronto sui temi dello sviluppo del porto.
Quale sviluppo per il porto di Genova?
Confindustria Genova e le Organizzazioni Sindacali, alla vigilia di scelte pianificatorie rilevanti per lo sviluppo del porto di Genova, intendono contribuire fattivamente avanzando alcune proposte e, nel contempo, promuovendo alcune riflessioni che scaturiscono dalla esigenza di migliorare e potenziare le funzioni portuali che a Genova danno occupazione diretta a oltre 7000 persone.
Confindustria Genova e le Organizzazioni Sindacali ritengono che l'approccio da seguire sia quello di salvaguardare l'operatività degli attuali operatori, creando le condizioni pianificatorie e infrastrutturali per un loro sviluppo nonché per l'insediamento di nuovi.
A tale riguardo, un ruolo fondamentale spetta al Piano Regolatore Portuale approvato nel novembre 2001 che, ancorché traguardi scelte e investimenti di breve e medio periodo, ha il vantaggio di contenere interventi specifici (quali alcuni limitati riempimenti e sesto bacino di carenaggio) facilmente sostenibili da un punto di vista economico e orientati a sviluppare la capacità produttiva dello scalo in tutte le sue componenti nonché di migliorare le relazioni città - porto.
Tuttavia, considerato il rapido approssimarsi della data del 2010, assunta come riferimento per la pianificazione strategica dell'attuale PRP, è necessario operare per tracciare una prospettiva di sviluppo del porto veramente capace di garantirne il ruolo di centralità nel mercato del Mediterraneo. E' altresì evidente che le prospettive di sviluppo che si intendono tracciare non solo devono essere compatibili con le scelte (in parte ancora da realizzare) contenute nel PRP vigente, ma devono prefigurare una visione di città portuale che abbia come punto di riferimento l'impresa e il lavoro.
Le recenti ipotesi di revisione del waterfront lasciano al riguardo non risolti ancora parecchi nodi, che rischiano di penalizzare il futuro delle aziende e di chi vi lavora (certezza territoriale e operativa), e non essere efficaci per costruire un porto del domani realmente competitivo.
La bocciatura del riempimento a ponente del porto di Voltri, la decisione di costruire a mare dell'attuale pista aeroportuale un nuovo aeroporto con ingenti costi di realizzazione rispetto, per esempio, a una nuova piattaforma portuale, con conseguenti interrogativi sulla permanenza dell'industria aeronautica genovese, la scarsa attenzione verso le esigenze del comparto petrolifero e delle riparazioni navali preoccupano Confindustria Genova e le Organizzazioni Sindacali, che non vedono dispiegarsi un disegno organico che abbia al centro lo sviluppo delle attività produttive portuali.
Preoccupazioni al riguardo si manifestano per gli eccessivi costi che la realizzazione delle ipotesi oggi al vaglio dell'Autorità Portuale e degli Enti Locali avrebbero soprattutto in un periodo così difficile della nostra finanza pubblica. Occorre da questo punto di vista operare con realismo, optando per scelte pianificatorie che privilegino la realizzazione di quelle opere che siano effettivamente rivolte allo sviluppo dello scalo. Al riguardo, ogni ipotesi di modifica del PRP vigente, proprio al fine di non penalizzare gli investimenti privati e pubblici ivi previsti, dovrebbe avere come condizione di realizzazione una preventiva e completa copertura finanziaria della stessa nonché un comprovato aumento della capacità produttiva dello scalo.
Va perseguita, inoltre, nel breve e medio periodo, una logica retroportuale che traguardi oltre Appennino l'individuazione di alcune aree operative che sgravino le banchine dallo stazionamento di container: un rapido ed efficiente collegamento ferroviario tra porto e area retro portuale (iniziando da un generale miglioramento delle condizioni del servizio per la gestione delle infrastrutture ferroviarie) ridurrebbe, tra l'altro, il traffico merci su gomma con effetti positivi per la città. Tale obiettivo avrebbe anche il vantaggio di inserire appieno, Genova e la Liguria, in un contesto logistico del nord ovest dove il ruolo della infrastruttura porto sarebbe, peraltro, fondamentale nelle dinamiche dello sviluppo.
In questa prospettiva, lo sviluppo del porto è imprescindibile dalla realizzazione degli interventi programmati sulle infrastrutture di trasporto terrestri per i collegamenti con oltre Appennino e la sistemazione del nodo di Genova.
Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, ciò significa la realizzazione degli interventi già progettati e finanziati sul nodo metropolitano e la realizzazione del terzo valico, il cui progetto definitivo è stato approvato dal CIPE. Per quanto riguarda le infrastrutture autostradali, deve essere accelerato l'iter di presentazione e approvazione del progetto preliminare del nodo, concordato con Anas e Società Autostrade.
Confindustria Genova e le Organizzazioni Sindacali credono inoltre che lo sviluppo del porto di Genova passi anche per scelte di politica industriale nazionale che il nuovo Governo dovrà compiere nel breve periodo, quale quella di considerare strategico per lo sviluppo del paese il ruolo dei porti e della logistica. Genova come primo porto italiano per dimensione, per traffici, per completezza e qualità dei servizi resi può e deve senz'altro giocare un ruolo primario: anche da questo punto di vista appare utile rapportarsi con il Governo centrale per candidare Genova a svolgere questo ruolo accompagnato da una serie di progetti di sviluppo sostenibili che rilancino lo scalo e la sua capacità produttiva.
Confindustria Genova e le Organizzazioni Sindacali chiedono congiuntamente un incontro urgente alla Autorità Portuale e alle Istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune) per un confronto sull'insieme dei problemi sopra evidenziati al fine di concordare, se possibile, una linea comune d'azione tra parti sociali e Istituzioni tesa a sensibilizzare il Governo nei confronti delle esigenze di sviluppo della portualità genovese e italiana.
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