Federmar-Cisal ha manifestato oggi preoccupazione per la possibile soppressione della Continuità del Rapporto di Lavoro nell'ambito del rinnovo del contratto dei marittimi che scade alla fine del prossimo dicembre.
La Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) - ha spiegato il sindacato - sarebbe intenzionata a mettere sul tavolo della trattativa per il rinnovo contrattuale la soppressione della Continuità del Rapporto di Lavoro, l'istituto che assicura la stabilità dell'impiego ai naviganti. «Il marittimo in Continuità di Rapporto di Lavoro con un'azienda, infatti - ha spiegato Federmar-Cisal - ha la copertura salariale e contributiva, sia assicurativa che previdenziale, per l'intero arco dell'anno, compresi i periodi di riposo a terra tra imbarco ed imbarco. A suo tempo l'istituzione di tale regime contrattuale, assieme al trasferimento della Previdenza Marinara all'INPS, assunse una particolare rilevanza poiché consentiva alla gente di mare di avere i medesimi diritti e doveri dei lavoratori di terra».
«Ora, con tale iniziativa - ha osservato il sindacato - la Confitarma si appresterebbe a smantellare definitivamente la categoria in quanto sarebbe ripristinato un precariato generalizzato per tutti i lavoratori che si aggiungerebbe alla tabula rasa dei posti di lavoro dei marittimi italiani compiuta dalle imprese armatoriali private attraverso il sempre maggiore ricorso agli extracomunitari nella formazione degli equipaggi. Appare evidente che con tale sistema, ossia rendendo precario il lavoro dei marittimi italiani, la Confitarma realizzerebbe sicuramente almeno due obiettivi: aprire anche il comparto del cabotaggio all'imbarco degli extracomunitari; aumentare, a spese dei lavoratori, la concorrenza nei confronti del Gruppo Tirrenia, il quale sembra non volere seguire la Confitarma su questa strada».
Secondo Federmar-Cisal, «i marittimi rischiano di vedere vanificati cinquant'anni di lotte sindacali e di conquiste sociali» e il sindacato critica «il disinteresse che i ministeri dei Trasporti e del Lavoro stanno dimostrando verso i problemi del lavoro dei marittimi mentre lo Stato destina annualmente ingenti risorse a sostegno di questo settore, risorse che non si tramutano in più posti di lavoro ma in maggiori profitti per le aziende».
Federmar-Cisal, pur ammettendo «che errori, anche notevoli, sono stati commessi dal sindacato nel recente passato nei rapporti con la Confitarma», ha però sottolineato come, «davanti al disegno di questa controparte armatoriale di minare l'esistenza stessa della categoria dei naviganti, ritenga che sarebbe da irresponsabili nei confronti dei lavoratori non porvi rimedio, in primo luogo portando l'intera questione della politica occupazionale seguita nel comparto marittimo a livello di presidenza del Consiglio».