L'Ipsema ha ribadito la propria contrarietà all'accorpamento dell'istituto ad altri enti previdenziali, in particolare - secondo le ipotesi che circolano in queste settimane - all'assorbimento dell'istituto da parte dell'INAIL, costituendo così il cosiddetto "polo assicurativo".
Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) e il consiglio di amministrazione dell'IPSEMA presieduti rispettivamente da Giancarlo Fontanelli e da Antonio Parlato, hanno sottoscritto un ordine del giorno dove si dicono contrari a tale ipotesi.
«Anche nel caso di una formazione di un polo assicurativo - ha detto Parlato - la specificità e la normativa che riguardano l'Ipsema non ne permetterebbero la confluenza in altri enti, e comunque per la sua dimensione ridotta, in quanto altamente specializzato, l'Ipsema non apporterebbe alcun risultato positivo al risanamento dei conti pubblici". "La specificità dell'istituto - ha sottolineato - risiede nelle peculiarità del lavoro marittimo. E mi riferisco in particolare al difficile ambiente di lavoro nel quale esso si svolge, alla sua atipicità e periodicità (a periodi di imbarco si alternano periodi di disoccupazione fino ad un nuovo imbarco, senza che esistano istituti come la cassa integrazione), alle particolari norme contrattuali (la prestazione lavorativa comprende intrinsecamente anche la sicurezza della navigazione e di terzi trasportati) e, last but not least, le norme che riguardano gli infortuni, malattie professionali e assistenza sanitaria esercitata tramite il Servizio Sanitario Assistenza Naviganti (SASN) che andrebbero modificate se vi fosse la confluenza in altri enti».
«L'ipotesi di assorbimento da parte dell'INAIL - ha aggiunto Parlato - avverrebbe tra l'altro quando sono state appena trasferite dall'INAIL all'Ipsema importanti competenze che riguardano il lavoro marittimo: la certificazione per l'eventuale inalazione di fibre di amianto, la gestione di uno speciale fondo a sostegno delle famiglie dei superstiti dei pescatori e l'analisi per l'individuazione di specifiche politiche di prevenzione degli infortuni navali mortali. Questo mentre in tutti gli Stati europei esistono enti di tutela dei marittimi distinti e distanti da altri».