Federmar esprime preoccupazione per la progressiva perdita di autonomia della compagnia di navigazione Italia Marittima (ex Lloyd Triestino), denominazione che è stata sostituita da questo mese dal marchio Evergreen Line (
inforMARE del
26 aprile 2007).
«Anche se da parte del management si cerca di minimizzare l'avvenimento con dichiarazioni mirate a dimostrare che in sostanza nulla cambia per Italia Marittima - ha rilevato oggi l'organizzazione sindacale - rimane il fatto che un'attività come quella commerciale, fine principale di qualsiasi impresa di navigazione che operi nel trasporto delle merci, sarà decisa e gestita in altro loco».
«Messi assieme i vari cambiamenti che con il passare del tempo sono stati imposti all'azienda, dagli assetti interni alla scomparsa del marchio Lloyd Triestino ed ora alla sua politica commerciale - ha proseguito Federmar - non può non destare preoccupazione la constatazione che Italia Marittima stia progressivamente perdendo, come azienda, la propria autonomia decisionale, diventando una specie di succursale con limitati poteri della casa madre Evergreen di Taiwan. Infatti, ormai anche le scelte che possono essere determinate dalla normale conduzione quotidiana dell'azienda sono subordinate al preventivo benestare di Taiwan: un metodo alquanto discutibile, considerata abbastanza presuntuosa la volontà da parte dei cinesi di volere gestire una società che sta all'altro capo del mondo, senza avere conoscenza né esperienza della legislazione italiana, dei sistemi europei, dei contratti e degli usi che essa è tenuta a seguire».
«Per la materia che interessa il sindacato, in primo luogo la salvaguardia dell'occupazione - ha concluso Federmar - finora la compagnia è stata disponibile a sottoscrivere accordi che tutelano il posto di lavoro dei marittimi. Tuttavia, oltre a lamentare che le assunzioni di nuovo personale navigante vengono effettuate in misura di gran lunga inferiore al fabbisogno (evidentemente i cinesi hanno una decisa avversione verso la continuità del rapporto di lavoro), bisogna mettere in rilievo tutta una serie di difficoltà a fare rispettare gli accordi stipulati, non ultimo anche perché sta montando un progressivo deterioramento del rapporto tra uffici ed equipaggi e certamente non per colpa di coloro che sono a bordo. Purtroppo, su tali questioni, i vertici della compagnia si dimostrano totalmente assenti».