Oggi la giunta regionale ligure ha approvato un disegno di legge sui programmi regionali di intervento strategico (Pris) con l'intento di favorire la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Un disegno di legge - ha spiegato l'assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Luigi Merlo - «che punta a favorire le azioni di condivisione che consentono di realizzare le opere più velocemente, in maniera migliore, con minore impatto e a costi inferiori. Perché spesso i costi lievitano anche a causa delle infinite azioni legali di comuni o privati cittadini scaturite dalla mancanza di un confronto preventivo e corretto».
Secondo Merlo, «il principio che aveva ispirato la Legge Obiettivo del passato governo, che per realizzare velocemente le grandi opere prevedeva procedure attuate sulla testa dei cittadini e dei territori si è dimostrato fallimentare, come dimostra il bilancio delle opere realizzate con questa legge». Con il nuovo disegno di legge invece - ha precisato - la giunta regionale intende favorire la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali attraverso la ricerca della coesione e la condivisione territoriale e sociale. «La nostra legge - ha spiegato - parte da questi principi e in previsione di grandi opere stradali, autostradali e ferroviarie riteniamo sia giusto indicare precise modalità di comunicazione, insieme con la creazione di apposite sezioni all'interno dell'Osservatorio Regionale delle infrastrutture dove tutte le parti interessate potranno seguire gli iter approvativi e realizzativi attraverso lo strumento del Pris».
Il disegno di legge - ha proseguito l'assessore - prevede anche una particolare garanzia di tutela nei confronti dei proprietari o titolari di diritti che risiedono in immobili e in abitazioni incompatibili con la realizzazione delle infrastrutture. «In questi casi - ha sottolineato - oltre all'indennità di esproprio, viene posta a carico dei soggetti attrattori dell'opera, una indennità aggiuntiva per facilitare una nuova collocazione abitativa pari a 30mila euro. Il Pris potrà inoltre prevedere, caso per caso, la tutela delle attività produttive che si trovano in analoghe situazioni di incompatibilità territoriali. Abbiamo, insomma, raccolto una sfida, cioè di guidare il complesso e difficile processo di realizzazione delle infrastrutture attraverso la condivisione e non l'imposizione. È così che si potrà passare dalla sindrome Nimby ("Not in my back yard", non nel mio cortile) a quella Pimby ("Please in my back yard", prego nel mio cortile)».