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Propeller Club di Venezia: superare l'impasse che emargina la portualità adriatica
Il presidente dell'associazione, Massimo Bernardo, esorta le istituzioni a scegliere il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Venezia
11 febbraio 2008
Il presidente del Propeller Club di Venezia, Massimo Bernardo, ha esortato le istituzioni a scegliere il nuovo presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, che subentrerà a Giancarlo Zacchello, ed a superare l’emarginazione della portualità adriatica.
Se da una parte, quella degli operatori, si attende senza preclusioni di sorta il cambiamento del vertice dell’Autorità Portuale in scadenza il prossimo 8 aprile - ha rilevato Bernardo - dall’altra, cioè da quella di chi dovrebbe proporlo, al momento - dopo la presentazione della prima "terna" - non sembra tuttavia esserci la necessaria condivisione sul nome del prossimo presidente.
«Il dopo Zacchello - ha osservato il presidente del Club - resta, dunque, una grande incognita perché non si tratta solamente di sostituire una poltrona, ma di trovare un nuovo soggetto che sia in grado di riportare non solo il porto di Venezia, ma, con la collaborazione di tutti gli enti portuali, del governo e del nuovo parlamento, l’intera portualità adriatica, oggi emarginata dai grandi traffici mediterranei, ad avere un ruolo internazionale che risulti essere, in Mediterraneo, almeno alla pari di quello conquistato dai porti tirrenici. Solo con una nuova politica di concertazione tra tutti gli scali adriatici e con la specializzazione dei suoi terminals anche il porto di Venezia potrà recuperare in termini di immagine e di credibilità la sua storica leadership dove poter anche esaltare l’inscindibile binomio città-porto valorizzato dalla conquista di preziosi spazi nella sua immediata, vastissima terraferma».
«Ipotesi e tesi spesso contrapposte, ma ancor più la mancanza di strategie concertate sullo sviluppo della portualità lagunare veneta - ha sottolineato Bernardo - altro non fanno che disorientare armatori e traffici con l’unico risultato che - traffico crocieristico a parte - quest’anno il porto di Venezia, per non parlare di quello di Chioggia, ha registrato un decremento di merci movimentate passate dai 31 milioni del 2006 ai 27 milioni di tonnellate del 2007». Bernardo ha precisato che nei primi due mesi del 2008 non è stato registrato alcun segno di ripresa e che, anzi, si è confermato il trend negativo per un porto che, in queste ultime settimane, è stato profondamente segnato dalle tragiche morti di ben tre lavoratori.
Il presidente dell'ente portuale di Venezia - ha detto Bernardo - è «una figura importante non solo per l’economia della città e dell’intero Veneto, ma per il nuovo corso che si dovrà imprimere alla portualità adriatica che, con il nuovo parlamento e il prossimo governo, dovrà affrontare temi importanti quali la deregolamentazione della normativa portuale con la ricerca delle best practices amministrative a livello comunitario a cui conformare il sistema italiano con la riscrittura di quei decreti ministeriali (alcuni dei quali risalenti a fine ‘800) che regolano l’attività degli organi periferici di amministrazioni centrali che oggi rallentano i traffici di merci e persone nei porti scaricando costi sugli operatori; l’aggiornamento della legge 84/94 per giungere in tempi rapidi al nuovo testo condiviso e alla successiva immediata stesura dei decreti attuativi per rendere operativa la riforma; l’internazionalizzazione delle imprese portuali grazie allo sviluppo di una concreta politica di progettazione infrastrutturale che coinvolga imprese ed enti locali nell’ambito dei nuovi piani di finanziamento comunitario 2007-2013; l’ introduzione di una più adeguata fiscalità di vantaggio per il porti dato che il post 11 settembre ha comportato per le imprese oneri aggiuntivi per concorrere con lo Stato a garantire la sicurezza degli stessi porti intesi come punti sensibili di attentati terroristici».
Bernardo ha concluso rilevando che, per il potenziamento della rete infrastrutturale-logistica, «si dovrebbe giungere all’assegnazione prioritaria delle risorse finanziarie al settore portuale, con particolare riguardo alle strutture di connessione modale (autostrade, ferrovie,vie navigabili interne) finalizzate al potenziamento delle strutture portuali valorizzando così i porti come snodi fondamentali nelle reti infrastrutturali europee dei trasporti e dell’energia ( TEN-T e TEN-E )».
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