- ANITA, l'Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, ritiene che il “divieto settoriale” austriaco che entrerà in vigore il prossimo 2 maggio e impedirà il transito stradale ai veicoli che trasportano tutti i tipi di rifiuti, scarti di legno e della lavorazione del legno, terra, pietre, residui di scavi edili e demolizioni avrà «conseguenze disastrose per l'Italia».
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- L'associazione ha ricordato di aver sollecitato nuovamente i commissari europei ai Trasporti Barrot e alle Imprese Verheugen - dopo aver fatto richiesta senza esito al governo italiano - per bloccare l’entrata in vigore del provvedimento con un intervento davanti la Corte di Giustizia UE. «La Corte UE - ha precisato l'ANITA - in passato ha già bocciato un provvedimento analogo perché in contrasto con il principio comunitario della libera circolazione delle merci e sproporzionato rispetto agli effetti positivi che la limitazione del transito di alcune merci produrrebbe sull’ambiente. Anche il mondo produttivo si è mobilitato in tal senso per evitare i danni economici conseguenti, tanto più che l’alternativa su ferro, sempre che diventi effettiva, non sarebbe più competitiva».
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- Inoltre l'ANITA ha ricordato che in passato l’Austria aveva limitato il transito ai mezzi pesanti in virtù del sistema degli ecopunti, basato sull’inquinamento prodotto dai veicoli. «Il nuovo provvedimento, al contrario - ha sottolineato l'associazione - prende di mira certi tipi di merce».
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- «È evidente che, se la Commissione e i Paesi più coinvolti (Italia e Germania) non intenderanno contrastare l’azione dell’Austria, mentre la data di entrata in vigore del divieto si avvicina pericolosamente - ha concluso l'ANITA - si affermerà un precedente fortemente negativo sull’arco alpino. Se oggi pagheranno alcuni tipi di merce (“povera”), domani potrebbe toccare ad altri settori».
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