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Assologistica sollecita il settore dell'autotrasporto a risolvere le proprie difficoltà strutturali
ANITA: necessario tamponare l'emergenza, ma - ha confermato l'associazione - occorre una riforma strutturale
2 luglio 2008
Assologistica ha manifestato delusione per gli accordi sottoscritti dal governo con le organizzazioni dell'autotrasporto ed ha esortato il settore autotrasportistico a risolvere le proprie difficoltà strutturali.
«Nessuno - ha spiegato oggi l'associazione in una nota - intende nascondersi le difficoltà nelle quali è avvenuta la trattativa con gli autotrasportatori. Da una parte la pesante situazione delle piccole imprese di autotrasporto, talvolta strangolate dall'intermediazione, dall'altra il mercato che richiede economie di scala a tutti gli attori della catena logistica, nel mezzo gli operatori della logistica che non possono accollarsi l'onere di accordi con i fornitori di servizi che non rispondano a logiche di mercato. In tale situazione era ed è necessario che ognuno faccia la propria parte e che l'autotrasporto italiano non rinvii ulteriormente il confronto con il mercato, risolvendo urgentemente le proprie difficoltà strutturali. La politica, infatti, non potrà continuare a sovvenzionare un sistema, quello dei padroncini, (con questo ultimo accordo il governo si è impegnato per 600 milioni di euro) senza che questi ultimi procedano a rispondere più adeguatamente alle esigenze di mercato innanzitutto attraverso la crescita dimensionale, l'ammodernamento e l'adeguamento tecnologico».
Per tali ragioni Assologistica, si è dichiarata «delusa dagli accordi sottoscritti tra il governo e le associazioni dell'autotrasporto, nella definizione dei quali peraltro non sono state coinvolte in alcun modo le associazioni di settore». «Non è scaricando costi e obblighi normativi su altre categorie - ha sottolineato l'associazione - che si risolvono i problemi decennali del settore, che sono chiaramente strutturali e richiedono scelte radicali».
Pertanto Assologistica ha ribadito «la propria legittima forte preoccupazione per gli impegni assunti dal governo sotto la pressione di un minacciato fermo. Impegni che - ha precisato - prevedono l'introduzione di obblighi per i committenti (pagamento a 30 giorni) e di automatismi (indicizzazione del prezzo del gasolio sulla fattura degli autotrasportatori) che, quanto meno, dovrebbero poter essere applicati da tutti gli attori della filiera logistica. Inoltre, entro il 31 luglio potrebbero essere introdotti correttivi al decreto legge 286/2005 disciplinando le operazioni di messa a disposizione delle merci e degli imballaggi con il rischio di ingessare tutta l'attività logistica».
Assologistica ritiene che, «con le decisioni assunte, invece di contenere un problema settoriale lo si allarghi a macchia d'olio anche alle aziende sane del sistema logistico italiano» ed ha quindi auspicato «che si assumano decisioni diverse e più ponderate».
«Se le cose restassero come sono state decise per il momento - ha concluso l'associazione - le conseguenze si ripercuoterebbero sulla competitività del sistema logistico italiano, contribuendo ad aggravare la già evidente tendenza recessiva dell'economia del Paese e recando danni irreversibili alle imprese».
Da parte sua anche l'ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) ha evidenziato la necessità di passare dalla fase di tamponamento dell'emergenza ad una riforma strutturale del settore dell'autotrasporto.
A conclusione della quarantaseiesima assemblea dell'associazione, il segretario generale dell'ANITA, Alfonso Trapani, ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione per il medio periodo e non un provvedimento tampone per l'emergenza, partendo dalle linee programmatiche per il prossimo triennio presentate dal presidente dell'associazione, Eleuterio Arcese.
Innanzitutto Trapani ha ribadito la necessità di una riforma strutturale del settore per il rilancio della competitività. Questa - ha osservato - va effettuata in un'ottica di sistema che va al di là della logica di rappresentanza degli interessi di una parte. «Occorre - ha detto - creare un sistema integrato, efficiente ed efficace dell'attività di movimentazione e distribuzione delle merci, secondo una logica imprenditoriale. Vanno in tale direzione il rafforzamento e lo sviluppo delle imprese, la lotta all'illegalità e all'abusivismo, il potenziamento delle infrastrutture, interventi normativi e di riforma del codice della strada».
Parlando della crisi petrolifera, Trapani ha sottolineato che si tratta di «una crisi epocale, ormai irreversibile che lascerà molte vittime sul terreno. Occorre - ha aggiunto - una politica energetica a sostegno del settore per fronteggiare l'emergenza. È come una rivoluzione industriale, una situazione di crisi da cui però bisogna trarre nuovi sviluppi».
L'accordo appena raggiunto con il governo è - per Trapani - «il prodotto di una situazione di tensione legata ad un fermo dichiarato, che ha ben individuato i problemi da affrontare, ma va rivisto nella sua attuazione. La vera sfida è un progetto per il futuro e ANITA vuole essere protagonista in questo percorso. L'obiettivo è pensare a lungo termine ma occorrono risorse che finanzino progetti e incentivino la crescita delle imprese».
ANITA ha chiesto l'apertura di un confronto in Confindustria, per rafforzare la sua appartenenza e coinvolgere anche la committenza ai tavoli di confronto in una logica imprenditoriale.
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