Il sindacato, commentando «l'asprezza dei toni con la quale la Confitarma ha reagito alla riconferma di Franco Pecorini alla guida del gruppo Tirrenia» (inforMARE del 15 luglio 2008, ndr) che - secondo Federmar-Cisal - «la dice lunga sulle aspettative che tale confederazione ed alcuni armatori avevano posto in una rapida privatizzazione della flotta pubblica», l'organizzazione sindacale precisa di rendersi conto «che possa rientrare nella politica dell'attuale governo procedere alla vendita delle aziende pubbliche, compreso il gruppo Tirrenia, anche se bisogna rilevare come a livello europeo pare consolidarsi una retromarcia da parte dei singoli paesi sulla convenienza delle loro dismissioni, ripensamento che sorge dalla constatata inopportunità circa l'abbandono della presenza dello Stato in settori strategici quali l'energia ed i trasporti». «Tuttavia, se tale evenienza dovesse essere realizzata - sottolinea Federmar-Cisal - sarà necessario mettere sul mercato un'azienda risanata e competitiva, costituita dal suo insieme di società e di attività: sarebbe questo, almeno sotto il profilo sindacale, il modo migliore per tutelare l'occupazione e le ricadute sulle economie locali».-
- Pertanto, per il sindacato, «diventa quanto mai importante che il governo approvi senza ulteriori indugi il piano industriale elaborato dallo stesso e presentato ai ministeri competenti oltre un anno e mezzo fa». Federmar-Cisal, ricordando di aver già proclamato lo stato di agitazione del personale navigante ed amministrativo del gruppo Tirrenia, auspica che il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, convochi i sindacati per avviare un confronto su questi problemi.
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- In merito alla reazione degli armatori privati alla notizia della conferma di Pecorini alla guida della Tirrenia, Federmar-Cisal accusa Confitarma di perseguire la seguente strategia: «acquisizione della Tirrenia in una situazione di debolezza aziendale, e quindi ad un prezzo stracciato, dopo che era stata liberata dai rami in perdita tramite il trasferimento delle società controllate minori alle Regioni con una partita di giro (dalla Tirrenia alle Regioni) delle sovvenzioni a carico dello Stato per i servizi marittimi dovuti svolti dalle stesse».
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