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Preoccupazione di Confitarma per la recrudescenza degli atti di pirateria
«Questa situazione - ha rilevato Coccia - non danneggia solo quei paesi ai quali le merci sono destinate, ma tutto il commercio marittimo mondiale»
19 novembre 2008
La Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) ha manifestato forte preoccupazione per la violenta recrudescenza del fenomeno pirateria nelle acque del Corno d'Africa e del Golfo di Aden. «Nel mese di ottobre, secondo l'International Maritime Bureau - ha dichiarato oggi il presidente della confederazione armatoriale, Nicola Coccia - sono stati circa 70 gli attacchi dei pirati al largo della Somalia e nel Golfo di Aden, pari ad un terzo di tutti gli attacchi avvenuti nel mondo. Rispetto allo scorso anno, gli atti di pirateria in quest'area sono letteralmente raddoppiati. Ciò vuol dire che circa 600 transiti di navi di bandiera italiana che operano nei traffici internazionali sono a rischio. Così come, sono a rischio le navi di bandiera estera utilizzate a noleggio dai nostri armatori per l'import-export del nostro Paese».
«Per l'industria armatoriale mondiale, che trasporta il 90% delle merci sostenendo l'economia - ha osservato Confitarma - il rischio quotidiano rappresentato dai pirati, oltre alla minaccia per la vita dei membri degli equipaggi, comporta un notevole aumento dei costi. Già molti armatori stanno negoziando con i noleggiatori al fine di cambiare le rotte per evitare di transitare nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso, passando per il Capo di Buona Speranza. Ciò, oltre a comportare un notevole aumento dei costi per migliaia di dollari a viaggio, influenzerà negativamente il commercio internazionale con aumento dei costi delle materie prime e dei beni di consumo, la maggior parte dei quali sono trasportati dall'Asia all'Europa lungo questa rotta fondamentale».
Coccia ha ribadito l'esigenza dell'armamento di poter operare liberamente e senza pericolo né per gli equipaggi, né per le merci trasportate, senza essere costretto a dover attuare scelte costose e difficili, come già altri armamenti hanno deciso di fare.
«Questa situazione - ha concluso Coccia - non danneggia solo quei paesi ai quali le merci sono destinate, ma tutto il commercio marittimo mondiale e, data l'attuale crisi economica, bisogna assolutamente evitare che si creino queste ulteriori condizioni negative. È quindi oltremodo urgente assicurare la presenza di forze navali militari italiane a garanzia della vita umana in mare e della sicurezza dei traffici nelle acque a rischio di pirateria».
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