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Propeller Club della Spezia, confronto tra la portualità nordeuropea e quella mediterranea
Gallanti: la discussione sulla riforma della 84/94 non deve occuparsi di “sottogoverno politico”, ma guardare ai processi europei ed agli scenari mondiali
24 novembre 2008
Nel corso dell'ultima serata conviviale organizzata dal Propeller Club Port of La Spezia, svoltasi venerdì scorso a Porto Lotti, Giuliano Gallanti, già presidente dell'Autorità Portuale di Genova e di European Sea Ports Organization (ESPO), ha parlato della governance dei porti europei illustrando uno scenario che vede differenziata la realtà del northern range anseatico da quella mediterranea.
I porti nordeuropei – ha spiegato Gallanti - hanno in corso la trasformazione delle Autorità Portuali da enti pubblici a Spa il cui capitale è detenuto dalla mano pubblica ed in particolare dalle municipalità, dalle regioni e dallo Stato. I porti mediterranei privilegiano invece la figura del “landlord”, dell'ente pubblico che governa il territorio.
Gallanti ha indicato l'evoluzione nordeuropea come la più rispondente alle esigenze di promozione e sviluppo nell'attuale realtà competitiva tra economie e quindi tra porti e in tale ottica ha criticato alcuni aspetti della discussione sulla riforma della legge 84/94 sui porti che si diffondono su questioni marginali di interesse del sottogoverno politico (nomina dei presidenti e composizione dei comitati portuali in primis) anziché guardare ai processi europei ed agli scenari mondiali.
Inoltre Gallanti ha sottolineato le gravi carenze infrastrutturali della portualità e del sistema logistico italiano indicando come unica soluzione l'autonomia finanziaria per i porti idonea da un lato a realizzare le opere necessarie e dall'altro ad evitare l'opposizione dell'Unione Europea agli aiuti di Stato, categoria in cui si tende ad includere il finanziamento statale di opere pubbliche portuali.
In chiusura di serata è stato affrontato anche il tema dell'organizzazione del lavoro. A tal proposito Gallanti ha delineato la grande diversità di soluzioni esistenti nei vari porti europei, che vanno dalla totale privatizzazione, e quindi i lavoratori sono dipendenti delle imprese, alla presenza prevalente di pull di mano d'opera che forniscono il lavoro alle imprese in base alle necessità, a sistemi misti. Gallanti ha ricordato che l'organizzazione portuale nell'Unione Europea è materia riservata agli Stati membri, ma anche che la Commissione Europea è intenzionata ad emanare indicazioni sulle “buone pratiche” alle quali gli Stati potranno, se vorranno, adeguare le proprie legislazioni.
Nel corso del dibattito il comandante della Capitaneria di Porto della Spezia, Vittorio Alessandro, ha posto il problema del mantenimento o del trasferimento delle funzioni autoritative in capo alle Capitanerie nell'ipotesi in cui le Autorità Portuali vengano trasformate in società per azioni sul modello delle municipalizzate. Gallanti, pur rilevando che in molti Stati europei non esistono
istituzioni omologhe alle Capitanerie, non ha escluso che ciò possa avvenire.
Nel corso della presentazione della serata, il presidente del Propeller della Spezia, Giorgio Bucchioni, aveva tra l'altro indicato come criticità da affrontare nella revisione della legge 84/94 tre temi: il mancato regolamento ex art.18 sulle modalità di assentimento delle concessioni demaniali, i rapporti con gli enti locali e l'insufficiente chiarezza della legislazione ambientale che ostacola lo sviluppo sostenibile.
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