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Propeller di Venezia, basta con le liti tra poveri per difendere briciole di traffico o anacronistici monopoli
In programma per domani un incontro con il presidente di Confitarma, Nicola Coccia
27 novembre 2008
Alla richiesta avanzata dal presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, all'utenza portuale per “far quadrato” con l'obiettivo di superare la pesante crisi che si prospetta per le banchine lagunari per il rallentamento dell'interscambio internazionale l'International Propeller Club Port of Venice, che associa un centinaio di operatori del cluster marittimo, risponde - per voce del presidente Massimo Bernardo - chiedendosi «se sarà sufficiente, come annuncia lo stesso Costa, il solo impegno dell'Autorità Portuale a fare la sua parte, cioè, come sostenuto dal presidente Costa, “soprattutto facendo rigorosamente rispettare tutte ed ognuna delle regole che ci siamo dati”. E ancora, “lo sviluppo comune del porto e la sua difesa deve in questi tempi far premio su ogni redistribuzione dello stesso”».
«Ma perché, fino ad oggi - si chiede il Propeller - le cosiddette “regole” sono state inapplicate? E la ridistribuzione dello sviluppo del porto dove e a chi è stata ridistribuita?» «A fronte della crisi mondiale - rileva Bernardo - bisogna probabilmente cominciare proprio da qua, non solo puntando con chiarezza a un nuovo dialogo tra operatori ed istituzioni dando a tutta la comunità portuale gli stessi diritti e le medesime possibilità di crescita, ma soprattutto pensando a come realizzare, con ritorni immediati, le nuove infrastrutture del porto passeggeri e della sua sezione commerciale e accelerando tutte quelle operazioni burocratiche nei diversi livelli e di enti differenti, che oggi con mille cavilli penalizzano la movimentazione del traffico o l'ingresso delle navi in porto, ma anche ripensando in modo sinottico e complessivo con una diversa, più attuale ottica, al ruolo del nostro porto e delle sue infrastrutture materiali ed immateriali in Europa».
«Lo scenario economico-finanziario della crisi mondiale di questi ultimi mesi - osserva Bernardo - non ci può esimere da una profonda riflessione su quello che potrà essere il futuro della nostra economia e, in particolare, il destino del nostro porto nella sua triplice funzione: quella crocieristica, quella commerciale e quella industriale».
«Oggi, l'attuale crisi - spiega il presidente del Propeller - non consente più a chicchessia fughe in avanti o proposte propagandistiche. Basta poi con le liti tra poveri per difendere “briciole” di traffico da una parte o, dall'altra, per difendere anacronistici monopoli: oggi, quando per l'economia mondiale si sta preparando una nuova “new age”, dobbiamo guardare tutti insieme al futuro per superare questa crisi, con obiettivi concertati e condivisi, con professionalità di alto livello, con proposte serie, con progetti bancabili, ma, soprattutto, avviando nuove partnership con interlocutori di eccellenza, non più come singole entità, ma secondo logiche di sistema per consentire l'avvio di più potenti sinergie sia dal punto di vista infrastrutturale che commerciale».
Della crisi e delle prospettive del mondo dello shipping si parlerà diffusamente domani nel corso di un incontro organizzato dal Propeller di Venezia sul tema “Global Maritime Community: una scommessa per imbarcare il futuro” che si svolgerà alle ore 18.30 presso l'auditorium del Venezia Terminal Passeggeri, al quale parteciperà il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Nicola Coccia, e che vedrà tra gli ospiti i rappresentanti dei porti di Capodistria e Ravenna oltre a numerose personalità del mondo politico, economico e marittimo veneziano.
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