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Ipotesi di privatizzazione della Ports of Auckland
«Sarebbe un decisione avventata e stupida», secondo il parlamentare verde Sue Bradford
11 marzo 2009
Nel primo semestre dell'anno finanziario 2008, terminato lo scorso 31 dicembre, il porto di Auckland ha totalizzato un traffico dei container pari a 455.083 teu, con una progressione del 6,4% rispetto alla prima metà dell'esercizio finanziario precedente. Il traffico di importazione di autovetture è invece diminuito del 23,7% a 66.493 unità.
Nel periodo luglio-dicembre 2008 la Ports of Auckland ha registrato un utile netto di 9,3 milioni di dollari neozelandesi (4,7 milioni di dollari USA), in calo del 26% rispetto a 12,6 milioni di dollari neozelandesi nello stesso periodo del 2007.
La forte contrazione del risultato netto è fonte di preoccupazione per la Ports of Auckland, che ha allo studio una serie di misure per fronteggiare gli effetti della crisi economica mondiale sulle attività dello scalo. Il managing director dell'ente portuale, Jens Madsen, ha reso noto che negli scorsi mesi di gennaio e febbraio i volumi di traffico sono diminuiti ed hanno mostrato una lieve ripresa in marzo con l'avvio del periodo delle esportazioni. «Tuttavia - ha precisato - non c'è dubbio che lo scenario economico in Nuova Zelanda e all'estero sia estremamente difficile e continuerà ad esserlo nel prossimo futuro. È difficile prevedere con precisione i volumi di traffico, comunque siamo incoraggiati dalla recente crescita della nostra quota di mercato e dalla capacità di ridurre i costi». Tra le misure per il contenimento delle spese è incluso il congelamento degli stipendi dei dirigenti della Ports of Auckland. Tuttavia la crisi potrebbe determinare la necessità di tagliare posti di lavoro.
L'attuale precaria situazione dell'economia nazionale e internazionale potrebbe portare alla decisione di privatizzare la Ports of Auckland, società che attualmente è di intera proprietà della Auckland Regional Holdings, società pubblica che fa capo all'Auckland Regional Council (ARC), che a sua volta si avvale degli introiti della società portuale per finanziare attività pubbliche tra cui il trasporto locale. L'ipotesi è stata ventilata dal chairman del consiglio di amministrazione della Ports of Auckland, Gary J. Judd, quale una delle iniziative allo studio del Board per affrontare la crisi.
Tale possibilità ha scatenato la reazione del partito dei Verdi. «In un momento di crisi economica - ha replicato la parlamentare verde Sue Bradford - la vendita ad acquirenti non meglio identificati di infrastrutture di vitale importanza strategica, come quelle della Ports of Auckland, sarebbe un decisione avventata e stupida, tale da compromettere il benessere economico a lungo termine della Nuova Zelanda». «Vendere le principali attività portuali della Nuova Zelanda in un momento nel quale il prezzo degli beni è notevolmente svalutato - ha sottolineato - rappresenterebbe una pazzia dal punto di vista fiscale. Questo è il modo di pensare in materia di economia che ha portato la Nuova Zelanda a vendere la nostra infrastruttura ferroviaria negli anni '90. E tutti noi sappiamo come ciò abbia funzionato». «La proposta del chairman del consiglio di amministrazione della Ports of Auckland, Gary Judd, secondo cui questo è il momento giusto per prendere in esame la privatizzazione - ha concluso - cozza contro il buon senso e deprederebbe l'Auckland Regional Council di uno dei suoi beni chiave».
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