- In decisa flessione i risultati del gruppo Orient Overseas (International) Ltd. (OOIL), che lo scorso anno ha totalizzato un utile netto di 275,5 milioni di dollari su ricavi per 6.545,1 milioni di dollari, contro rispettivamente 2.548,4 milioni di dollari su ricavi per 5.651,0 milioni di dollari nell'esercizio 2007. Il risultato del 2007 include un profitto una tantum di 1.994,7 milioni di dollari determinato dalla cessione della divisione terminalistica del gruppo (inforMARE del 24 novembre 2006). Con l'esclusione di tale voce l'utile 2008 per gli azionisti è ammontato a 272 milioni di dollari, in calo del 50,7% rispetto a 552 milioni di dollari nell'esercizio precedente. Il risultato operativo (EBITDA) si è attestato a 610 milioni di dollari, con una diminuzione del 29,8% rispetto a 869 milioni di dollari nel 2007.
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- Lo scorso anno i ricavi registrati dalla Orient Overseas Container Lines (OOCL), la compagnia del gruppo che opera servizi di linea, sono stati pari a 6.502,6 milioni di dollari (+15,8%). Ricordiamo che nel 2008 la flotta di portacontainer della OOCL ha totalizzato un volume trasportato pari a oltre 4,8 milioni di teu, con una crescita del 5,1% rispetto all'anno precedente (inforMARE del 23 gennaio 2009).
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- «Con l'adesione della Cina alla World Trade Organization alla fine del 2001 - ha dichiarato oggi il presidente di OOIL, C C Tung - si è assistito ad un periodo di sei anni di ripresa delle sorti del trasporto marittimo containerizzato dato che la crescita dei consumi americani ed europei è stata soddisfatta dalla produzione basata in Asia. Con l'aggravarsi della recessione economica mondiale e con l'aumento della capacità del settore, tale tendenza al rialzo è terminata alla fine del 2008. Ora siamo entrati in quello che prevedo sia una prolungata fase discendente per il settore del trasporto marittimo containerizzato».
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- «La questione dei sub-prime emersa nel 2007 - ha aggiunto Tung - ha determinato uno scompiglio di gran lunga superiore alle attese e la maggior parte delle previsioni circa lo scenario finanziario oggi sembrano essere molto differenti da quelle di un anno fa. L'impatto della crisi finanziaria sull'economia mondiale ha determinato un drammatico rallentamento degli scambi. Ciò è stato più evidente nel corso dell'ultimo trimestre del 2008 che, anche se ancora remunerativo per noi, ha visto una improvvisa ed eccezionale contrazione della domanda in un certo numero di flussi di traffico». «Con la contemporanea contrazione dei consumi negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone - ha aggiunto - le economie asiatiche stanno subendo un impatto più evidente nel 2009 data l'importanza delle esportazioni per la Cina e, più in generale, per la regione dell'Asia e dell'Oceania. Il grave deterioramento dell'economia mondiale è giunto in un momento in cui il settore si trova a far fronte ad una consegna di nuova capacità senza precedenti, in particolare sotto forma di navi molto grandi. Questa combinazione tra scarsa crescita della domanda ed eccessiva nuova offerta quasi sicuramente determinerà il peggior insieme di dinamiche di mercato con il quale il settore del trasporto marittimo containerizzato abbia mai avuto a che fare».
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- «Nel 2009 - ha sottolineato Tung - stiamo gestendo l'attività con l'aspettativa di un continuo deterioramento dei mercati dello shipping con il trascorrere dell'anno. Il calo particolarmente grave dei noli nel quarto trimestre del 2008, aggravato dall'ulteriore flessione dei noli e dei volumi nel primo trimestre del 2009, ha reso insostenibile la prosecuzione dei servizi a livelli normali. Se, come si auspica, i vari pacchetti di misure di stimolo dell'economia che sono stati adottati dai governi in tutto il mondo dovessero avere successo, allora potremo assistere ad una ripresa della domanda alla fine di quest'anno. Tuttavia, se ci sarà solo un graduale miglioramento dell'economia mondiale nel corso del 2010, allora è probabile che le condizioni del settore del trasporto marittimo containerizzato ci metteranno più tempo per migliorare in considerazione del peggioramento del rapporto domanda-offerta nell'arco dei prossimi tre-quattro anni se non ci sarà alcun cambiamento reale nell'attuale programma di consegne di nuove navi».
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