- Presso la sede dell'UGL di Genova si è tenuto un incontro sulle problematiche relative all'amianto tra il rappresentante territoriale UTL-UGL, Ettore Rivabella, il segretario territoriale UGL Mare e Porti, Giorgio Vallone, ed i lavoratori marittimi.
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- Nel corso dell'incontro - spiega una nota dell'UGL - è stata evidenziata «la grave ingiustizia che i marittimi sono ancora oggi costretti a subire, in quanto non solo hanno dovuto attendere dieci anni in più rispetto agli altri lavoratori per vedersi riconosciuto il diritto alla concessione dei benefici previdenziali per esposizione ad amianto, previsto per tale categoria solo con legge 326 del 24 novembre 2003, ma anche ora che sembrano arrivati ad un passo dalla concessione dei suddetti benefici, rischiano il rigetto della domanda per non poter riuscire a ricostruire la propria vita lavorativa (il curriculum lavorativo) a causa della difficoltà insita nell'attività del marittimo (luogo e rapporto di lavoro diverso negli anni, residenza diversa dal compartimento marittimo in cui è iscritta la società armatoriale). A ciò si aggiunga l'ulteriore beffa che si è avuta con la legge 266 del 23 dicembre 2005, in base alla quale il compito di provvedere all'accertamento dell'esposizione all'amianto dei lavoratori marittimi è stato trasferito dall'Inail all'Ipsema. Conseguentemente l'Ipsema ha provveduto ad informare i marittimi della presa in carico delle istanze ricevute con apposite comunicazioni individuali. E da allora tutto è fermo».
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- «I marittimi - conclude la nota - hanno pertanto manifestato ancora una volta il loro profondo sdegno per tale situazione ed hanno fermamente espresso la volontà di attivarsi presso gli organi competenti, anche, se del caso, con eventuali manifestazioni, per vedere finalmente riconosciuto il loro diritto».
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