- Oggi nel cantiere cinese New Jiangsu Yangzijiang è stata varata la seconda portarinfuse post-Panamax dell'armamento italiano Giuseppe Bottiglieri Shipping Company Spa. Si tratta della Giovanni Bottiglieri, di 92.500 tonnellate di portata lorda, che entrerà in esercizio il prossimo agosto quando sarà consegnata ad un primario noleggiatore europeo cui è stata data in noleggio per otto anni. La nave, come la precedente Peppino Bottiglieri varata all'inizio di quest'anno (inforMARE del 28 gennaio 2009), è classificata dal Registro Italiano Navale.
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- Entro la fine del 2011 alla flotta della Giuseppe Bottiglieri si aggiungeranno altre otto unità gemelle e un'unità Capesize, per un valore totale dell'investimento pari a circa 500 milioni di dollari.
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- «Con la Giovanni Bottiglieri che oggi abbiamo varato, con la Peppino Bottiglieri che a metà maggio entrerà in esercizio e con le altre otto post-Panamax in arrivo - ha dichiarato Giuseppe Bottiglieri, presidente e CEO della compagnia italiana - vogliamo dare un messaggio forte al mondo imprenditoriale dello shipping: facciamoci coraggio e sfidiamo la crisi. Sono, infatti, convinto che soltanto con un progressivo e poderoso ammodernamento delle flotte, che personalmente vorrei fosse supportato da precisi incentivi alla demolizione, possiamo affrontare la difficile congiuntura economica in corso». «Per questa ragione - ha aggiunto - ieri, al forum Tradewinds Shipping China Energy 2009 di Shanghai, ho scatenato un accesissimo dibattito proponendo l'idea di inserire incentivi governativi alla demolizione, sì da ridurre il numero delle navi in circolazione e rispettare le nuove regole per l'“environment friendly scrap”. Tali regole prevedono che la nave venga smantellata non più sulle spiagge, bensì all'interno di un bacino. Alcuni mesi fa avevo anticipato questa mia pionieristica proposta al cantiere New Jiangsu Yangzijiang che sta costruendo le nostre nuove unità. Oggi quel cantiere ha già convertito, con mia grande soddisfazione, uno dei loro docks alla demolizione navale».
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- «Negli anni tra il 2001 e il 2004 - ha ricordato Bottiglieri - anche in Italia, c'era una vetusta flotta tanker che fu demolita per fare spazio alle petroliere di ultima generazione, proprio come quelle che abbiamo attualmente in società. Ciò è stato appunto possibile grazie all'introduzione di aiuti per la demolizione del vecchio naviglio: all'epoca si rivelarono vitali, oggi andrebbero adottati con successo anche nel settore dry».
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