- In una lettera aperta inviata oggi al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, il presidente di Fedespedi (Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali), Piero Lazzeri, critica aspramente il contenuto della lettera aperta spedita nei giorni scorsi al ministro dal sindacato dell'autotrasporto Trasportounito - Fiap (inforMARE del 27 luglio 2009).
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- Commentando le affermazioni dei rappresentanti del sindacato sulla committenza degli autotrasportatori, Lazzeri evidenzia la necessità di chiarire numerosi aspetti nel caso in cui tale committenza includa anche la categoria rappresentata da Fedespedi e sottolinea come «l'esuberanza espressiva» dei toni usati da Trasportounito - Fiap induca a «pensare più ad una volontà di attirare attenzione e consensi intorno ad una nuova sigla dell'autotrasporto». «Questa strada - scrive Lazzeri - ritengo possa portare solo ad una ulteriore e più acre contrapposizione tra operatori, cosa assolutamente da evitare».
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- «In primo luogo - spiega il presidente di Fedespedi - è bene chiarire che le pressioni a cui sono sottoposti gli autotrasportatori sono le stesse a cui è sottoposto ogni attore della filiera logistica e distributiva. Questo non da oggi, ma da sempre, e comunque non per arroganza di nessuno ma per leggi di mercato diventate sempre più spietate. Più di un mio associato mi ricorda che, da oltre 15 anni, le tariffe del settore spedizioni mutano di anno in anno, peccato però sempre al ribasso. Oggi pratiche doganali che implicano enormi responsabilità civili, penali ed amministrative in capo allo spedizioniere vengono vendute a poche decine di euro se non meno. Il recupero crediti è diventato il secondo mestiere dello spedizioniere, in quanto il primo è, ormai e purtroppo, l'anticipazione finanziaria rispetto ai propri clienti. I tempi medi di pagamento delle fatture sono saliti da 60 a oltre 120 giorni, con esposizioni economiche e finanziarie che anche per una piccola casa di spedizioni possono ammontare a centinaia di migliaia di euro. Mi viene da sorridere, perché ritengo meglio evitare certe aggettivazioni di cui invece hanno fatto ampio uso i colleghi autotrasportatori nella loro lettera laddove vedo scritto che la mia categoria avrebbe imposto la “sottoscrizione di contratti truccati” ed anche il rifiuto di redigere la scheda di trasporto».
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- Lazzeri spiega al ministro che da parte della categoria rappresentata da Fedespedi «non vi è rifiuto a redigere la scheda di trasporto, ma in molti casi l'assoluta incertezza nella sua redazione. A fronte di pesanti sanzioni, che riguardano innanzitutto il committente - precisa Lazzeri - non vi è chiarezza su molti aspetti interpretativi di rilevante importanza. Oggi certamente si impone al mercato logistico e del trasporto un salto culturale non indifferente. Rispetto ad una prassi estesa e consolidata che affidava alla contrattazione verbale la gran parte dei trasporti, si sta sostituendo una cultura volta ad affidare alla contrattazione scritta il mercato dei trasporti. Ciò - voglio sottolinearlo - non solo a garanzia del rispetto delle norme di sicurezza, ma anche della certezza del diritto delle stesse aziende committenti. È noto infatti come molte imprese di trasporto abbiano costruito la propria fortuna sulle differenze tariffarie applicate ai propri padroncini o alle rivalse contrattuali avviate nei confronti dei propri mandanti».
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- «Quando poi leggo di “vessazioni” rivolte al conducente in “sede di controlli” stradali - prosegue Lazzeri - rimango veramente senza parole e commenti. So solo che se la mia categoria si spingesse fino al punto di avanzare, con pari tenore, accuse ad uno qualsiasi dei suoi tradizionali controllori istituzionali, si fermerebbe il sistema portuale italiano. Non voglio però credere che si possa ragionare e proporre interventi correttivi solo attraverso la minaccia - magari di scioperi o di blocchi stradali - e non invece attraverso un serio confronto che traguardi, questo si, ad una riforma strutturale del settore logistico e trasportistico di questo Paese. Le grandi riforme, quelle vere e strutturali, partono da un profondo senso di stima e collaborazione che deve animare ogni parte, ogni estensore ed ogni possibile soggetto toccato dalla riforma stessa».
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- Il presidente di Fedespedi conclude sottoponendo al ministro Matteoli la proposta di avviare una serie di consultazioni a livello nazionale che verifichino il reale stato di salute del settore logistico, «definendone bene - precisa Lazzeri - tanto i pregi e le virtù, quanto i limiti e le carenze. Tutto ciò però - conclude - nell'ambito di un confronto che non può essere più solo ed esclusivamente frutto della protesta, o peggio ancora, monocorde o monocolo, ma democratico ed allargato ad ogni soggetto».
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