- Trasportounito - Fiap (Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali) ha inviato la seguente lettera aperta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporto, Altero Matteoli, nella quale, ribadendo la drammatica situazione in cui versano le società italiane di autotrasporto, lamenta la mancanza di risposte del governo alla richiesta di alleviare sia la pressione economica sulle imprese del settore che la pressione generata dalle imposizioni dettate dalla committenza.
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- Lettera Aperta
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- Gentile Ministro Altero Matteoli,
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abbiamo deciso di scriverLe questa lettera aperta dopo l'incontro del 22 luglio scorso in cui abbiamo ribadito la drammaticità della situazione che coinvolge tutte le imprese di autotrasporto italiane.- Abbiamo apprezzato l'impegno del Suo Dicastero nell'ultimo anno; tuttavia questo sforzo non ha prodotto le risposte strutturali per un settore sottoposto a due tipi di pressioni: quella economica e quella derivante dell'arroganza dei nostri committenti che chiedono tariffe sempre più basse, pagamenti sempre più lunghi, propongono la sottoscrizione di contratti truccati ed in ultimo si rifiutano di redigere la scheda di trasporto.
- Conosciamo le capacità degli industriali, di esercitare pressioni, richiamando i principi della libertà di mercato, della libertà di contrattazione fra le parti. Principi che possiamo condividere fino al punto in cui non si degenera nel quotidiano ricatto commerciale, da una parte c'è chi detiene merci e lavoro e dall'altra il subalterno, che per mantenere i propri obblighi è costretto a subire, a inventare soluzioni, a studiare espedienti per rientrare nei costi, assumere tutti i rischi possibili (con ripercussioni pesanti su quella sicurezza stradale che a Lei sta così a cuore) per soddisfare dipendenti, banche e fornitori. Un sistema di sfruttamento diabolico che tutti conoscono e che pochi denunciano.
- Possibile che in un Paese come il nostro, che si definisce civile, si consenta questo sfruttamento ormai consolidato, in un settore talmente degradato da porre le sue imprese persino nella drammatica impossibilità, per mancanza delle risorse minime, di chiudere l'attività? A noi non sembra normale. Dopo un agghiacciante report televisivo, le istituzioni e la politica non si sono chieste neanche il perché sulla strada avviene quanto autodenunciato dagli stessi operatori del settore. Ma tutto passa sotto silenzio.
- La invitiamo pertanto ad un confronto pubblico, non con i vertici delle associazioni, ma direttamente con la categoria, dove e quando sarà disponibile. Crediamo Lei debba rendersi conto di persona e senza filtri, di alcun tipo, di come funziona il mercato dei servizi di autotrasporto in Italia e di quanto sia deviato e deviante il nostro sistema normativo ed operativo.
- A meno che, e questo deve essere chiarito una volta per tutte, il Governo non abbia deciso di rinunciare, o sacrificare, l'autotrasporto italiano a beneficio del settore industriale.
- Non si spiegano in altro modo le disposizioni con il trucco che sono state adottate come ad esempio: il pagamento a 30 giorni salvo “accordo (verbale) fra le parti”; il riconoscimento del “costo dei servizi salvo contratto scritto (imposto)”.
- Per contro, si impone il pagamento delle sanzioni (modificate in quelle più gravi) su strada al conducente italiano su territorio italiano. Una misura che è destinata solo ad accrescere il livello di tensione sulle strade: anticipare (soldi che non abbiamo) al conducente, significa sottoporlo a un ulteriore rischio di rapine o a vessazioni in sede di controlli che speravamo essere confinate nel passato.
- Gentile ministro: abbiamo, in conclusione, la fondata impressione che il Governo riconosca alla categoria ciò che gli conviene (risorse economiche e qualche norma di importanza secondaria), ma chiuda gli occhi su tutto ciò che potrebbe mutare gli equilibri consolidati e incidere sulle vecchie abitudini distorsive del mercato.
- In altre parole, fumo per nascondere uno status quo lontano mille miglia da un tanto auspicato (a parole) mercato dei servizi trasparente e legale, che faccia della sicurezza stradale il primo obiettivo.
- Abbiamo proposto alcune misure strutturali in ordine: alla garanzia del credito ovvero ai tempi massimi di pagamento delle fatture; al riconoscimento effettivo ed elementare dei costi di produzione dei servizi; ad un banale divieto sulla intermediazione pura; ad una politica più incisiva nei confronti del cabotaggio stradale.
- Solo con questi strumenti possiamo restituire alle imprese di autotrasporto la speranza di potersi confrontare con la committenza in modo meno subalterno.
- Senza queste misure strutturali (e gratuite per il Paese) anche il Fondo di garanzia, per il quale abbiamo espresso un giudizio estremamente favorevole, non è altro che una pezza a colori su un indebitamento delle imprese di autotrasporto che continua a degenerare a causa della debolezza contrattuale degli autotrasportatori nei confronti della committenza.
- Quindi Signor Ministro, se intende affrontare i veri nodi dell'autotrasporto, accolga il nostro invito per un confronto che, Le assicuriamo, sarà ricco di testimonianze oltreché, naturalmente, di proposte costruttive.
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Il Presidente Nazionale Franco Pensiero |
Il Segretario Generale Maurizio Longo |
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